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Informazioni di base |
La parola il è formata da due lettere, una vocale e una consonante. È una parola bifronte, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (li). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con il per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Uso in vari contesti |
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Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
I, Il, La, Le - Il e la indicano l'astrazione assoluta, per cui di tutti gl'individui di una specie o genere si forma come un ente morale a cui convengono le qualità sue caratteristiche ed essenziali: pertanto questa specie di singolare che costringe l'universalità in uno è più significativa del plurale i, le, i quali comportano talvolta innumerevoli e variate eccezioni: così dicendo: l'uomo è ragionevole, il cane è fedele, la poesia è un sublime linguaggio, vengo a significare la caratteristica proprietà di queste tre cose, la quale è verità assoluta e perciò innegabile, e non sarebbe più tale quando dicessi: gli uomini sono ragionevoli, i cani fedeli, le poesie sublimi; poichè naturali mi si affacciano allora alla mente le molteplici eccezioni. [immagine] |
Il, In - «Pallida il viso, scomposta i capelli, e siffatti modi, segnatamente la lingua poetica li ama. Ben si potrebbe dire: pallida in viso, ma non già sciolta ne' capelli, o altro simile. E però la prosa stessa può talvolta ammettere questo gentile grecismo, che è pure dell'uso toscano; nel quale si può sentire tutto giorno: era pieno le tasche, per dire: aveva le... Giacchè non sempre può con grazia invertirsi la frase, e invece di sciolta i capelli, lacerata le vesti, dire: co' capelli sciolti, con le vesti lacerate». Tommaseo. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Il - Articolo del genere maschile nel numero singolare de' nomi non comincianti da vocale, o da S seguita da altra consonante. Bocc. Nov. 42. 6. (C) Quando la barca ferì sopra il lito. Dant. Inf. 1. Che m'avea di paura il cuor compunto. Petr. Son. 1. Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono.
2. Quando si pospone a' monosillabi A, Che, Co, Da, De, Se, Su, ecc., lascia la sua vocale, e si congiunge con quella che gli precede, dicendosi, e scrivendosi Al, Che 'l, Col, Dal, Del, Se 'l, Sul. M. V. 11. 18. (C) La sera sul tramontare del sole… fece dare alla terra una battaglia. Petr. Canz. 24. 1. Una donna più bella assai che 'l Sole. T. A provare come elidessesi l'art. dopo un'altra vocale, giova notare che l'accento del verso rimaneva per quella elisione così spiccato come se la I non ci fosse punto. D. 1. 12. Qual è quel toro che si slancia in quella (quel punto) Ch'ha ricevuto già 'l colpo mortale. – Gli esempi di AL, DAL, DEL, COL si veggano a' loro luoghi. 3. Alcuna volta si usa in forza di ripieno, e talora per maggiore espressione, o più precisa distinzione. Dant. Inf. 6. (C) Quivi trovammo Pluto il gran nemico. Bocc. Nov. 18. 33. Conoscendo il valor di Perotto il Piccardo. E nov. 25. 15. Dio vi dea quella allegrezza, e quel bene che voi disiderate il maggiore. E altrove: Fu per la terra il romor grande. Salv. Avvert. 1. 1. 14. Egli è il vero che alquanto di noja a questa dichiarazione fa la parola prima. Ar. Fur. 15. 67. Grifone il bianco ed Aquilante il nero. [Val.] Fag. Rim. 3. 129. Vengo davanti a voi, signor Balì, Con tanto il poco garbo. Cibrar. Lett. Uom. illustr. 107. Non mi è parso bene il farne menzione a V. S. 4. Talora vale Uno. M. V. 9. 61. (M.) Il capitano… cadde, e sconciossi il piede in forma, che non potè stare in su' piedi. 5. T. Idea di periodo regolare nel tempo. Tanto il dì. Aff. ad Al; ma pare un po' più determinato e assoluto. 6. T. Ellissi che accenna il giorno del mese. Il 3 di marzo. 7. Davanti a' nomi di tempo vale Di, Nel. Bocc. Introd. 57. (C) Affermando esser nocivo il troppo dormire il giorno. Petr. Canz. 7. 5. Oggi ha sett' anni, Che sospirando vo di riva in riva La notte, e il giorno. Bemb. Rim. 143. A lui, ch'arse per lei la state, e il verno. 8. [Val.] Per Nel. Pucc. Centil. 28. 41. Nel predett'anno e di settembre il mese. 9. [Val.] Usato per A. Rof. Lett. Etrur. 1. 572. Tutti quelli, che abitano in quelle tali provincie, non attendono ad altro, che il farle fruttare… 10. [Val.] Per Del. Leggend. Tobia. 25. Priega che tu gli mandi diece piastre d'ariento, e di quello medesimo peso, il quale egli ti prestò. Fortig. Ricciard. 23. 8. Ha poco più della spada e il cappello. 11. Con tramezzo di parole dal suo verbo. Bocc. g. 2. n. 8. (M.) Nojoso gli fosse il da lui dipartirsi. Red. Lett. 2. 103. Con esso potetti riconfrontare il da me osservato. 12. T. L'art. frapposto all'agg. e al sost. D. 1. 6. Prese la terra, e con piene le pugna La gittò dentro alle bramose canne. Così: Con sola la camicia, e sim. 13. Per Nel. Vit. S. Gir. 12. (M.) O agnello innocente, che parli aggravato il tuo collo di tanti obbrobrii. Menz. Rim. 2. 193. Anch'ella in regio ammanto Vien ghirlandata il crin di bianca oliva. Tas. Ger. 16. 67. Mostrando ben quanto ha furor raccolto, Sparsa il crin, bieca gli occhi, accesa il volto. Car. En. 4. 2. Ma la regina d'amoroso strale Già punta il core, e nelle vene accesa D'occulto foco intanto arde e si sface. 14. E talora in senso altresì di Per avanti ai nomi di tempo. Petr. Son. 139. (C) Non perchè mille volte il dì m'ancida. Cr. 9. 14. 5. Da indi innanzi si muti due volte il giorno. 15. Dietro le particelle Per e Con fu dagli autori usato raro, o non mai; pure ve ne ha qualche esempio, se si può dar fede ad alcuni Testi. Bocc. Vis. 39. (C) Presi il sentiero per il bel giardino. Nov. ant. 35. 9. Molto il lodava, siccome egli era, per il più cortese signore del mondo. Giambull. Gell. 23. (M.) Per il che tratti i 700 anni, che voi dite… resteranno… 16. Usato con la particella Più. Bocc. g. 2. n. 10. (M.) Come meglio seppe, ed il più piacevolmente (lat. Quam jucundissime potuit). E g. 7. n. 9. Ed ammaestrolli che quando a Nicostrato servissono, tirassono il capo indietro il più che potessono. 17. Replicato innanzi al nome e alla voce Più. Fav. Esop. S. 137. (M.) Lo re chiama a sè il suo donzello il più segreto e caro che gli servisse in camera. Fir. As. 220. Ci andavamo nascondendo per le macchie, o salivamo su per gli alberi i più alti. Segner. Pref. Quares. È forse l'atto il più ardito a cui possa giungere un uomo di sana mente. 18. T. Premettesi al titolo di libro o altra opera d'arte. Il Prometeo, Il Tieste, Il Saul. 19. T. Con nome di numero, ne indica l'astrazione. D. 3. 5. Dice una cosa minore compresa nella maggiore. Come Il quattro nel sei. E 28. Come raja (raggia, procede) Dall'un, se si conosce, il cinque e il sei. 20. T. Altra locuz. concernente l'idea di numero. Professori a cinque il quattrino, che costano cinquemila franchi l'anno (per quattrino). 21. T. Accoppiato a preposizione per ellissi, sottint. il nome. Vas. 5. 242. Grottesche colorite in fregi con più disegno e grazia che gli innanzi a lui fatto non avevano (gli artisti che furono innanzi). 22. Con forme avverbiali fatte quasi un sost. [Cont.] Cell. Scul. 4. Tutto il di dentro della fornace. 23. [Val.] Si dette anco ai nomi, ma non si usi. Pucc. Centil. 33. 67. Nel detto anno tenendosi gravato Il Bonifazio da due Cardinali, Che nella sua lezion l'avean nojato. 24. Tra Casa e il nome proprio di un casato di famiglia. [Val.] Pucc. Centil. 11. 63. Di casa i Pazzi rabbracciò la 'nsegna. 25. Talora si prepose al quinto caso. Fir. As. 51. (M.) Quando Laura voltasi verso di me, disse: Come ti piace la stanza, il mio Agnolo, in questa città nostra? Bern. Rim. 59. Venite via, il mio messer Francesco. 26. T. Con Tanto, e sim. modi, aggiunge nel dir fam. efficacia. Fecero tanto il gran chiasso. C'era tanta la gran gente. Era tanto il gran caldo. 27. T. Nel pl. Li non è d'uso, ma gli ant. se ne giovavano alla dolcezza del numero. D. 1. 21. A rimpalmar (spalmare di nuovo) li legni lor non sani. (Men bello sarebbe A rimpalmare i…). 28. T. Nel pl. Li unito ad altre particelle. D. 2. 30. Dalli venti schiavi (che soffiano di Slavia o Schiavonia). |
Il - Pronome di maschio nel quarto caso del numero del meno; e può ancora significare il quarto caso del genere, che possiamo chiamar neutrale. Bocc. Nov. 20. 16. (C) Il che come voi il faciavate, voi il vi sapete. E nov. 36. 11. Assai volte in vano il chiamò. E nov. 27. 20. Se coloro che le fanno (le elemosine), vedessero a cui le fanno, o il conoscessero, piuttosto o a sè il guarderiano o dinanzi ad altrettanti porci il getteriano.
2. Talora vale Ciò. Dant. Inf. 13. (M.) I'sentia d'ogni parte tragger guai, E non vedea persona che il facesse. 3. Si prepone alle particelle Mi, Ti, Si, Ci, Ne, Vi: modo meno usit. oggidì. T. D. 3. 24. Non altri il ti giura (altri non te lo giura). = Bocc. Nov. 41. 4. (C) S'avvenne, siccome la sua fortuna il vi guidò, in un pratello. E nov. 66. 10. Come cenato ebbero, fattol montare a cavallo, a Firenze il ne menò. E nov. 67. 13. La donna rispose ad Egano: io il ti dirò. E nov. 77. 40. Nè essere a me ora cortese di ciò, che io non desidero, nè negare il mi puoi. Nov. ant 65. 4. Donna, dacchè Dio ci ha fatto bene, sì 'l ci togliamo. T. D. 2. 12. Necessità 'l v'induce (ve lo), e non diletto. E 1. 25. Che io che 'l vidi, appena il mi consento (lo consento, lo credo a me stesso). 4. Posposto al Si è notabile nella Vit. S. Gir. 12. (M.) Il quale (vestimento) egli… credendo che fosse il suo, si il gittò addosso (cioè, il si, ecc.). 5. T. Levata la vocale per la elisione, s'incorpora ad altra parola. D. 3. 24. Che la mia fantasia nol mi ridice. Ma meglio scrivere no 'l. Senonchè forse a taluni parrebbe strano scrivere non ve 'l diss' io?: e pure toglierebbesi l'equivoco di velo. D. 1. 30. Che desïava scusarmi, e scusava Me tuttavia, e no'l mi credea fare (e non mi credeva di farlo). E 26. Io stesso no'l m'invidî (non me lo invidii, tolga a me medesimo il bene). 6. Si pospone comunem. alle particelle Me, Te, Se, Ce, Ne, Ve, componendo le parole Mel, Tel, Sel, Cel, Nel, Vel. Bocc. Nov. 15. 15. (C) Questa mattina mel fe' sapere una povera femmina. E nov. 22. 4. Il che, quando avveniva, costui in grandissima grazia sel riputava. E nov. 82. 4. Avvenne che… sel fece venire. E nov. 97. 22. Quello che noi vorremo fare a te, tu tel vedrai nel tempo avvenire. E nov. 99. 9. Alla sua donna… nel mandò a Pavia. Pass. 18. E ch'egli ci chiami… chiaramente cel dimostra ne' Proverbii di Salomone. T. Così facevano dicerolti (D. 1. 3.) per te lo dicerò o dirò; e con ell. ancora più forte dichiareralti pl. per te lo dichiareranno (D. 2. 24.). 7. T. Suffisso al verbo e contratto. D. 1. 29. E udil (lo udii) nominar Geri Del Bello. (Ovvero: Udii 'l.) E 2. 3. Guardai 'l fiso. 8. Per Quello. M. V. 1. 53. (M.) Le masnade del conte a piede ed a cavallo, che il dì avieno la guardia, temendo di questa novità, trassono a casa Messer Giovanni. Pass. 56. Chi sarà il peccatore quantunque grande, che fugga da Dio, e non più tosto corra al benigno e misericordioso Signore e dolcissimo Padre? 9. † Si trova talora usato in senso di Gli, A lui. Bocc. Nov. 68. 20. (C) E se voi il porrete ben mente nel viso, egli è ancora mezzo ebbro (così ha il testo del Mannelli, e l'ediz. del Salv.). T. Non è già che Il valga A lui, ma Il por mente badando più all'idea che alla forma gramm., ponesi col quarto caso, come Avvertire il e al, e Provvedere e altri vivi. 10. † Trovasi negli antichi usato per El. Guitt. Lett. 5. 21. (M.) Guitton, vero devotissimo fedel vostro, di quanto il vale, e può, umilmente se medesimo raccomanda a voi. E Lett. 12. 33. Servo è lei (di lei), quant' il vuol sia forzoso (cioè, sia forzoso quant'egli vuole). 11. T. Nel seg. a Quel succede un Il, che ha più del pron. che dell'art. Ar. Son. ult. 23. Da quel volto il più bel di tutti i volti. Non è qui gallicismo, perchè conveniva a chiarezza ripigliare col pronome, e così rincalzare. E a dire, Da quel volto più bel di tutti i volti, non avrebbe quel senso efficace che intendesi qui. |
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Vocabolario inverso (per trovare le rime): quel, prequel, sequel, axel, pixel, megapixel, brezel « il (li) » mail, email, guardrail, bobtail, cocktail, stencil, vermeil |
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