Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Chi fosse entrato avrebbe potuto scambiarmi per un fagotto. E così fece certamente l'Abate quando venne a visitare Guglielmo verso l'ora terza. Fu così che io potei ascoltare inosservato il loro primo colloquio. E senza malizia, perché il manifestarmi di colpo al visitatore sarebbe stato più scortese che il celarmi, come feci, con umiltà.
L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Quella notte era accaduto un altro fatto gravissimo: calandosi con delle funi (per questo furono detti, con dileggio, «funamboli») alcuni cavalieri e parecchi tra guerrieri e pellegrini erano fuggiti dalla città riparando nel porto di San Simeone dove c'erano ancora le navi di Guinemero. Tra loro v'era perfino un aristocratico normanno di alto lignaggio, Guglielmo di Grand-Mesnil, cognato di Boemondo perché in Puglia, prima di partire, ne aveva sposato la sorella Mabilla.
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Questa sua nuova tragedia, La Simona, di breve misura, aveva un sapor singolarissimo. Sebbene rimata negli antichi modi toscani, pareva immaginata da un poeta inglese del secolo scorso d'Elisabetta, sopra una novella del Decamerone; chiudeva in sé qualche parte del dolce e strano incanto ch'è in certi drammi minori di Guglielmo Shakespeare. |