I Viceré di Federico De Roberto (1894): Sempre in busca di quattrini, aveva fondato adesso l'Academia dei quattro poeti, di cui era presidente, segretario, economo e tutto, e nominava a destra e a manca socii promotori, fondatori, protettori, effettivi, benemeriti, corrispondenti, onorarii: ciascuno di questi riceveva un diploma, una medaglia di bronzo, lo statuto e una noticina di venti lire di spese; ma sovente la posta, invece del vaglia, gli portava indietro l'involto rifiutato. I parenti lo tenevano un poco a distanza, temendo richieste di quattrini; ma, vedendosi cercato da Raimondo, egli fiutò a un tratto il buon vento.
Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Abbassò il filo spinato e saltò nell'aja. Fiutò l'aria, quasi potesse ritenere il demoniaco lezzo degli uomini che avevano ladramente catturato Ettore. Ispezionò la stalla - vuota; il canile - vuoto; il porticato - spoglio di carri e attrezzi. Irruppe in cucina. Essa e tutte le stanze erano state saccheggiate, poi dalla soglia avevano rafficato all'impazzata contro il vecchio, dozzinale mobilio, crivellandolo. E i suoi piedi crocchiavano orribilmente sullo strato di stoviglie fracassate che copriva l'ammattonato.
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958): Chevalley avrebbe forse continuato a lungo su questo tono, se Bendicò non avesse da dietro la porta chiesto alla “saggezza del Sovrano” di essere ammesso; Don Fabrizio fece l'atto di alzarsi per aprire ma lo fece con tanta mollezza da dar tempo al Piemontese di lasciarlo entrare lui; Bendicò, meticoloso, fiutò a lungo i calzoni di Chevalley; dopo, persuaso di aver da fare con un buon uomo si accovacciò sotto la finestra e dormi. |