Parole Collegate |
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Utili Link |
Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia |
Informazioni di base |
La parola coscienza è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: co-scièn-za. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Donato del Piano di Federico De Roberto (1888): La parola avrà tutt'al più un valore suggestivo, non mai espressivo. I segni verbali, a cui s'è dato un convenzionale significato, potranno destare, per associazione, l'idea ad essi attribuita, ma non rappresentarla direttamente. Io non voglio dirle che l'amo! io vorrei farle vedere il mio sentimento, tutti i moti dell'anima innamorata: io vorrei farle leggere nella mia coscienza, farle assistere, come un altro io, a tutto quello che nel campo della mia coscienza si svolge…. Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Forse per questo egli pativa da qualche tempo in qua le più stravaganti suggestioni, e sentiva gridi e schiamazzi nella coscienza, proprio come quando la volpe entra nel pollaio. Dimani mattina avrebbe lasciato Naldo in custodia di Giovann de l'Orghen, e prima dell'alba sarebbe andato a Sant'Antonio, in cerca di don Giuseppe Biassonni, un vecchio prete un po' rustico che raspava la coscienza come un paiolo, ma dava una salutare energia allo spirito. E fece così. Disse tutto al prete lo stato dell'animo suo, contò le tentazioni, provando il piacere di chi si toglie d'addosso una camicia sporca e se ne mette una di bucato. Memorie di un cuoco d'astronave di Massimo Mongai (1997): Sebbene quel periodo sia al tempo stesso poco conosciuto e per di più trasformato in una piccola e breve serie di leggende, proprio quel periodo, invece, è, per l'oggetto della nostra ricerca, estremamente formativo della coscienza di ciò che può veramente essere, o diventare, un essere umano che mangia. O anche di un non umano che mangia. |
Proverbi |
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Libri |
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Titoli di Film |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per coscienza |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si può ottenere: coscienze. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: coscina, coscia, cosce, cosca, cosina, cosi, cosenza, cose, cosa, coca, cina, cena, oscena, osca, scia, scena, siena, senza, iena. |
Parole con "coscienza" |
Finiscono con "coscienza": subcoscienza, incoscienza, autocoscienza. |
Parole contenute in "coscienza" |
sci, scie, cosci, scienza. Contenute all'inverso: ics, nei. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "coscienza" si può ottenere dalle seguenti coppie: copre/prescienza. |
Sciarade incatenate |
La parola "coscienza" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: cosci+scienza. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "coscienza" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ile = coscienziale; * ili = coscienziali. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Pensiero, Percezione, Sensazione, Sentimento, Coscienza, Idea, Nozione - Pensiero è l'operazione propria dello spirito. - Percezione è il vedere un oggetto presente che si fa comprendere dall'intelletto. - La Sensazione è il vedere un oggetto che si fa conoscere all'anima per via dei sensi. - Sentimento è l'impressione prodotta nel cuore da un oggetto. - La Coscienza è il sentimento interiore che ciascuno ha di certe cose, senza bisogno d'una impressione di fuori. - Idea, la rappresentazione immediata e compiuta dell'oggetto, di cui la Nazione rappresenta solo qualche particolare in modo imperfetto. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Coscienza - e † CONSCIENZA e † CONSCIENZIA. [T.] S. f. Comp. da Con e Scienza, ritiene, e nell'it. e nell'aureo lat., il senso intell. dell'orig., ma lo prende più comunem. mor. per comprovare l'indissolubile vincolo dell'intendere e del volere nella spirituale unità. I sensi e mor. e intell. sono a noi, più che nel lat., alti e profondi, mercè del Cristianesimo, e della filosofia, che è allieva sua, anche negandolo. – Per l'orig. è sempre quadrisill. nel verso; onde certi Tosc., non bene, scrivevano Coscenza.
Coscienza dunque è Consapevolezza in genere; ma seanatam. dicesi di ciò che avviene in noi, cioè di tutte le azioni e passioni nostre; suppone pertanto sempre la riflessione. Può essere abituale e continua, attuale e rinnovantesi. Può intendersi per essa la facoltà del sentire riflesso e però del sapere; e gli atti singoli, e gli effetti di quella e di questi. Può intendersi la facoltà del sentire riflesso l'esistenza nostra, l'unione dello spirito al corpo, le operazioni spirituali, le impressioni corporee. Però Plin. dice di quella donna che dormiva co' suoi vezzi in collo per avere anco di notte la coscienza delle gemme. E la coscienza di molti è assai più ne' loro danari, poderi, cavalli, croci, che nell'anima propria. 2. Avere coscienza di sè può valere dunque e intellettuale dell'essere e operare proprio, e morale delle proprie potenze e uso di quelle, e de' buoni o rei atti; e corporea del proprio vivere, godere e patire. In più d'uno di questi sensi dicesi: Acquistare coscienza di sè. – Senza coscienza di sè. E un uomo del pop. tosc. assolutam. con proprietà filosofica: † Incominciò a ritrovar la coscienza (rinvenne). 3. La filosofia, riavutasi dalle bassezze del secol passato, raccomandò studiassersi i fatti della coscienza, cioè quel che segue entro noi per effetto o cagione delle cose di fuori; acciocchè l'uomo, conglutinato con le cose di fuori, se ne sollevasse per meglio conoscerle e amarle, e riavesse se stesso. T. Osservare i fatti di coscienza, non basta a rigenerare la filosofia, ma richiedesi. Quindi la distinzione tra Coscienza e Senso; senonchè le impressioni del senso, acciocchè siano proprie del sentimento umano, deve la coscienza avvertirle. Fatto attestato dalla coscienza. – L'uomo ha coscienza della propria libertà. T. In senso più gen. Ha coscienza delle proprie forze. = Car. En. l. 10. v. 1382. (Gh.) Amor, vergogna, insania e lutto E dolore e furore e conscienza Del suo stesso valore, accolti in uno, Gli arsero il core, e gli avvamparo il volto (conscia virtus). 4. Non dell'uomo singolo solamente, ma può dirsi T. Coscienza della nazione. – La nazione ha coscienza di sè, sente ne' proprii doveri i diritti:Se non sente altro che i diritti, la coscienza sua è imperfetta e falsa, peggio che insciente. 5. † Per sempl. Conoscenza di fatti. G. V. 9. 79. 3. (C) Aveali tolto il suggello, perchè avea suggellato le dette lettere senza sua coscienza.[Tav.] Cass. Collaz. 20. Cap. I. = Stat. Calim. 189. (Man.) Il Notajo dell'inquisizione possa condannare ciascuno che contra al detto ordinamento facesse, a sua coscienza e per fama, e per ogni modo che lui parrà. [Tav.] G. V. Lib. IX. c. 203. Era andato a parlamentare con M. Cane della Scala sanza coscienza del Cardinale legato. = M. V. 10. 59. (C) Guid. G. – Maestruzz. 1. 62. Ne' seg. alla conoscenza congiungesi l'idea di consentimento, e l'intell. s'accosta al senso mor. G. V. 11. 49. 4. (Man.) I detti comuni… non faranno… alcun trattato con quelli della Scala, se non fosse di coscienza e volontà di ciascun comune. Din. Comp. 1. 21. 1. Ott. Com. Inf. 4. 63. Stat. Calim. 30. [Camp.] G. Giud. A. 29. Ordinâro… che si dovesse fare queste cose con coscienza di tutti i cittadini. Qui recasi il modo T. Di mia scienza e coscienza, che dicesi di fatti non solo saputi comechessia, ma potuti sicuramente in coscienza affermare. 6. La congiunzione dell'intell. e del mor. è altamente notata nel seg. [Camp.] D. Purg. 13. Se tosto Grazia risolva le schiume Di vostra coscienza sì che chiaro Per essa scenda della mente il fiume (così possiate purgarvi della colpa sì che meritiate godere Dio, bene dell'intelletto). = But. Inf. 15. 1. (C) Coscienza è atto della ragione procedente dallo intelletto, respettivo ad altra cosa; e però si dice coscienza, cioè scienza insieme con altro, cioè col libero arbitrio. T. Quindi il modo Meditare nella propria coscienza, e la locuz., di cui poi: In coscienza dell'anima. Il popolo per istinto distingue la coscienza morale che abbraccia tutte le facoltà, dalla intellettuale, o che concerne tale o tale impressione. 7. Usi com. all'intell. e al mor. T. Lume della coscienza. – Illuminare la… T. Ho coscienza che… – La coscienza lo sente. T. Procedere, Giudicare d'informata coscienza; anche quando le prove materiali, secondo il material senso della legge, che troppo spesso ha intendimenti materiali, non basterebbero, ma la ragione e l'equità guidano i giudici. Senonchè di questa formula abusano le coscienze sformate. Illusione è il contr. della Coscienza vera. T. Coscienza sicura. – Piena coscienza. – Giudicare, Parlare in piena coscienza; è più che Con. – Avere forte coscienza d'una cosa, Sentirla tanto in sè da non la poter negare nè a se stesso, nè ad altri, ove dirla convenga. II. 8. Più propriam. nel senso mor., onde anche Cic. Coscienza dell'animo. (Rosm.) Coscienza morale è un giudizio speculativo sulla moralità del giudizio pratico e delle conseguenze di questo. – Coscienza vera è quando il giudizio in cui consiste la coscienza morale è vero; erronea, quando erroneo. – Coscienza fatta è quello stato in cui l'agente morale si è già formata la coscienza del valore morale della sua azione; non fatta, il contr. – Coscienza perplessa, quando l'uomo teme peccare, a qualunque dei due contrarii partiti si appigli. 9. Comprende il giudizio mor. e favorevole e contrario; è sentimento di piacere e di dispiacere che l'anima prova per il bene e il male fatto o veduto. Franc. Sacch. Op. Div. 6. (C) La sinderesi è un abito o una cognizione abituale de' principii degli atti morali, cioè del bene che si debbe fare, e del male che si debbe fuggire; donde si cagiona poi e si forma la coscienza. But. Inf. 15. 1. Coscienza è conoscimento di se medesimo; e a questo modo può essere in bene e in male…; quando è di bene, contenta e quieta la mente; quando è di male, turba e inquieta la mente. T. Cic. Grande è il potere della coscienza e nel bene e nel male; chè chi mal non fece non teme, e chi peccò ha sempre innanzi agli occhi la pena. = Giamb. Mis. Uom. 61. (C) La mala coscienza sempre grava altrui di paura, e la buona non è spenza speranza di guiderdone. 10. Locuz. che concernono la doppia idea. T. Voce della coscienza. – La coscienza non tace. – Dice che… – Grido della…, Scritto nella coscienza. – Risponda la vostra coscienza. = Giust. Poes. p. 35. (Vian.) E quel sentirselo Dire in presenza, Prova l'orecchio della coscienza. T. Prov. Tosc. 85. La coscienza è come il solletico. – La coscienza ricusa, resiste, ripugna, consente, impone. T. Dovere di coscienza. – Debito. – Obbligo. – Dovere è più gen., Obbligo più stretto; Debito accenna più espressam. una pers. alla quale è dovuto un atto qualsia. – Sono obbligato dalla mia coscienza. – Sdebitarsi verso la propria coscienza. T. Impulso di coscienza. – Come detta la coscienza. – Dettami della…, Legge di… – L'impero della coscienza su tutte le azioni. T. Come la coscienza m'ispira. – Ispirazioni della coscienza. 11. Locaz. concernenti specialm. il giudizio mor. T. Interrogare la coscienza propria o l'altrui. – Consultare la coscienza. – Consigliarsi colla propria coscienza. – Prendere consiglio dalla… [Tav.] Un del 300. Deliberare di ciò colla tua coscienza, perocchè tu ti conosci meglio che altri. T. Render conto alla propria coscienza. Prov. Tosc. 85. La coscienza vale per mille accusatori, e per mille testimoni. T. G. Beniv. Com. Canz. Il testimonio della sua conscienzia. = Terenz. Op. 1. 58. (Gh.) Conscientia mille testes (Quintil.), che importa tanto, quanto a dire: La coscienza pura e monda vale per mille testimoni. T. Prov. Tosc. 85. La coscienza val per mille prove. T. Tribunale della… – Nel foro della… – Giudizio della… – Me ne richiamo alla vostra coscienza. – Ne sia giudice la vostra coscienza. – Lo lascio alla coscienza vostra giudicare, risolvere. Innocente o colpevole. T. In faccia alla vostra coscienza. – La coscienza v'assolve. 12. T. La Coscienza dicesi anche il Foro interiore. – Interiorem conscientiam, Ambr. – La coscienza intima. – L'intimo della coscienza. (Il secondo pare che dica più.) – Nel profondo della coscienza. – Voce che esce dal fondo della coscienza. – Nel fondo della coscienza sentire, provare. – Coscienza profonda dice la forza del sentimento o della persuasione in tale o tal cosa. – Segreti della… dice in gen. quel che nell'anima è men palese agli altri e anche a se stesso. – Segreti di…, quel che non si deve palesare perchè confidato dall'altrui coscienza alla nostra. – Il segreto della coscienza dice in gen. l'intimo di lei, non tali o tali segreti. T. Parlare all'altrui coscienza. – Discorrere colla propria… – Leggere nella vostra coscienza. Curz. Leggere nel viso le tracce della coscienza. – Mettersi nell'altrui coscienza. – Penetrare nella… – Penetrali della… – Laberinto delle coscienze (titolo d'un libro). – Santuario della libera coscienza, Sacrario della…, dove non è lecito a uomo scrutare, non invocato. 13. T. Dicendo Coscienza pubblica intendiamo la coscienza concorde di molti nell'approvare il bene e riprovare il male; nè il dirsi Pubblica è opposto all'esser lei ne' singoli uomini il sentimento più intimo. – Dicendo Grido dell'umana coscienza intendiamo la coscienza di tutti gli uomini, o di una moltitudine, quasi quella d'un uomo solo. – Voto, Suffragio della coscienza, e privata e pubblica. – È nella coscienza di tutti. – Cosa respinta e dalla privata e dalla pubblica coscienza. – Coscienza pubblica sarà meglio detto che Opinione pubblica, parola abusata dai ciarlatani, e di malaugurata orig., perchè gli antichi opponevano Opinione a Natura e a Credenza. Tac. Si credevano con quelle fiamme abolire la coscienza del genere umano, distruggendo libri che attestavano la verità. Qui Coscienza ha il senso genuino dell'orig. 14. Nel senso relig., segnatam. cristiano e cattolico. T. Badiamo di non mettere in contrasto la coscienza politica colla coscienza religiosa, la religiosa colla coscienza morale, cioè di non mettere la coscienza umana in contraddizione con se stessa. = S. Bern. Trat. cosc. 147. (Gh.) Pensa fortemente e cerca diligentemente la conscienza tua, acciocchè tu sappi quello che tu debba correggere, ovvero eziandio di che cose tu debbi ringraziare Dio. T. Esame di coscienza, che deve precedere alla confessione; ma i pii lo fanno più sovente per giudicare e correggere se medesimi, e lo consigliano Seneca e Orazio. Segner. Sent. Oraz. 4. Mi si rappresentarono… opportune al mio stato queste cinque cose, la povertà, il ritiramento, l'orazione, la penitenza, e l'esame di coscienza. Magal. Lett. Rigoroso esame di coscienza. T. Familiarm. Fare un esame di coscienza dicesi anche di cose non relig., Riandare gli atti proprii per vedere se si è mancato verso taluno anche in piccole cose. T. Direttore delle coscienze può essere altri che il confessore, Chiunque consiglia in cose di spirito. – Avere autorità sulle coscienze. T. Casi di coscienza, Questioni e difficoltà sopra quello che la morale cristiana permette o vieta. Sciogliere casi, Proporli. Anche fuori del senso relig., Farsene un caso di coscienza, Trattare con moralità severa la cosa. Più com., e in questo e nel relig., È cosa di coscienza; Affare di… – Con la coscienza non si scherza. T. Tentare le coscienze. – Turbarle; Sgomentarle; Quietarle. – Rassicurare le coscienze cattoliche. – Inquietarla, Opprimerla, Tormentarla, Tiranneggiarla. – Leggi alla coscienza contrarie. (Questi modi, e di molte coscienze e d'una, e anche di quel che fa l'uomo sopra la propria.) – Rispettare la coscienza; Rispetto alle… Pallav. Stor. Conc. 402. (Man.) Gli si era permessa libertà di coscienza insino al futuro concilio. T. La libertà della coscienza dice in gen. il libero arbitrio che è condizione al sentimento mor.; Libertà di coscienza dice il diritto che ciascun uomo ha di non essere violentato ne' suoi sentimenti relig. Ma la libertà di coscienza non concede il diritto d'insultare alle altrui coscienze, come intendono certi liberali trivialmente tiranni; che, non potendo la forca, si servono della gogna. 15. Locuz. che concernono più specialm. la Coscienza del bene. Nei seguenti ha due sensi; il sentimento del bene che devesi fare, e quello del bene fatto: e i due sensi sovente congiungonsi in uno. T. Liv. La mia coscienza non comporta ch'io taccia. Cic. Queste cose ho a le scritte schiettamente, fatto ardito dalla coscienza del dover mio. – Sostenuto dalla… Greg. Sola nos conscientia defendat. T. Magal. Lett. Tranquillità della mia coscienza. – Questo debbo fare per riposo della… – Coscienza tranquilla, non turbata, nonchè da rimorsi, da tema d'avere in alcuna parte mancato al dovere. – Essere in pace colla propria coscienza; Pacificarsi con essa. – Metterla in pace. – Assicurare la coscienza, anco da' dubbii – Accomodare la coscienza, Le cose della coscienza, e nel termine della vita, e quandochessia, volgersi al meglio e proporlo. = Maestruzz. 2. 24. (C) Salva la coscienza. (Così diciamo, dimostrandoci disposti a fare ogni cosa, purchè lo consenta il dovere.) T. Magal. Lett. Soddisfare al debito della mia coscienza. – È della mia coscienza. – La mia coscienza richiede. T. Coscienza del proprio ministero. = Cavalc. Med. cuor. 183. (C) Questa è grande grazia, se, per coscienza di far bene, l'uomo ingiustamente è perseguitato. T. Ho la coscienza d'avere adempito un dovere. (Dice più che Ho coscienza.) Cic. A me la mia coscienza è più che il parlare di chicchessia. – Consolarsi colla coscienza dell'ottima intenzione. – Nella coscienza è assai compenso delle belle azioni. – Premio della coscienza dice il sentimento abituale della sua bontà; Premii, le speciali consolazioni e i compensi. Cas. Or. Colla sua coscienza si può rallegrare. Leone: Nelle proprie coscienze rinverranno riposto qualcosa de' frutti di carità. 16. Non è dunque superfluo l'epit. di Buona dato alla coscienza da Quintil. e da S. Ag. T. Plin. Conforti del vivere, la buona coscienza, la buona fama. Cant. Carn. Aver buona coscienza. [Cors.] Amm. Ant. 23. 1. 8. La coscienza buona, che a se medesimo è letizia. – Aver l'approvazione, la lode della propria coscienza. = Giamb. Mis. Uom. 61. (Man.) Questa è la nostra allegrezza, nel mondo, che la coscienza nostra buona testimonianza ci porti. Questa bontà può avere gradi; onde il modo: Con migliore coscienza. T. D. 2. 28. E vidi cosa ch'i' avrei paura, Senza più prova, di contarla solo: Senonchè coscienzia m'assicura, La buona compagnia che l'uom francheggia Sotto l'usbergo del sentirsi pura. – Coscienza pura, in Girol. – Sicuro nella mia coscienza. T. Gozzi: Uomo di buona coscienza, Uomo di coscienza, Uomo devoto; ma anco in gen., che ascolta la propria coscienza e la custodisce. [Tav.] Cass. Coll. 18. Cap. 15. Avvegnadiochè… avesse ben chiara la coscienza sua di quell'opera, ma… si profferse tutto di voler satisfare. =Fir. Dial. bell. donn. 388. (Man.) Della chiarezza della lor coscienza. (Chiara ha qui doppio senso, e intellettualmente sicura, e moralmente sincera.) T. D. 2. 3. Dignitosa coscienza e netta. Cic. Non si dipartire d'un punto dalla retta coscienza. – Coscienza fedele, delicata, vergine. III. 17. Qui cadono gli accoppiamenti di varie partic. T. Operare per coscienza, sentendo, il debito della coscienza. S. Cat. Lett. Per coscienza io sono tenuto di conservare quello della Santa Chiesa. Ma Per può valere anche Secondo quello che coscienza detta. T. Dicesi anco Operare secondo la coscienza; e più ass.: Secondo coscienza. Questo dice in gen. Non far cosa a cui la coscienza ripugni; il primo, ne' singoli atti seguire i consigli di lei. Altro uso col Per. Vit. SS. Pad. 1. 177. (Man.) Or lo c'imprometti per la tua coscienza? (Quasi giurando per essa. Non com.) Nè com. il seg., ma chiaro. Bemb. 1st. Vin. l. 1. p. 12. (Gh.) I quali (gentili uomini), temendo l'odio de' candidati, non a giudizio ed a conscienza, ma in grazia, davano il più delle volte il suffragio apertamente. Col Di denota sincerità e ponderatezza di quel che s'opera e dice. Fr. Giord. Pred. 9. (Gh.) Di conscienza avemo (abbiamo) eletto essere il meglio e più frutto delle anime nostre… convertire l'anime vostre. T. Consigliare di coscienza. – Operare di buona coscienza. Con dice l'assenso costante e quasi l'accompagnamento della coscienza alle cose operate. Dat. Lepid. 17. (Man.) Come donna ripiena di pietà, ci aveva scrupolo e faceva studiare a' teologi, se ella con buona coscienza lo poteva tenere. T. Lavorare, Amministrare con molta, con gran coscienza. E ass. Con coscienza. Anche d'un atto. T. Lo fo con coscienza tranquilla, con sicura coscienza, (tuta conscientia). 18. † Sopra coscienza; Sotto fede di segreto. Car. Apol. 141. (Gh.) Mostrate di darla (quella vostra censura) sopra coscienza, poichè non volete che si pubblichi, dicendo al vostro notaro: Di ciò non far parola. Ma è com. Assicura sulla propria coscienza; sim. alla forma men com. Vit. SS. Pad. 1. 177. (Man.) Promettendo… sopra la sua coscienza.Anal. a Giurare sui Vangeli. E perchè suolsi, in quell'atto, porre la mano al petto significando la sincerità del cuore che parla; però il modo com. Mettetevi la mano sulla coscienza, Sentite la voce sua, per parlare e operare a senso di quella. 19. In ha varii usi. T. Obbligato in coscienza, dice, più che Per, l'importanza del dovere ch'è, o dovrebb'essere, intimamente sentito. Lo fo per coscienza può suonare Lo fo perchè debbo, perchè non ne potrei a meno senza mancare; Lo fo in coscienza dice Sento profondamente il dovere, e mi è grato sentirlo, e però grato operare e dire a seconda di quello. – Lo sento nella mia coscienza è assai meno che Lo sento in coscienza. Il primo può dirsi anco della coscienza psicologica, che s'accorge delle impressioni corporee. T. Fa le cose in coscienza, Chi rende conto a se stesso di tutte le particolarità dell'azione, e dicesi eziandio di scrittore e d'artista, che tratta l'arte sua come un dovere sacro. Ma anco d'artigiano, e di qualsia umile fatica, può essere lode appropriata. T. In piena coscienza riguarda piuttosto l'intell.; In tutta, l'intelletto e la volontà, il sapere, il pensare e l'amare. Colla negaz. ha men valore; dice che la coscienza non permette. Giampaol. 17. (Gh.) All'esser noi veduti giuocare insieme, chi sta di sopra mi avverte da amico come io in buona coscienza non posso con voi far del pari. Il seg. ha senso più leggero e fam. T. Bern. Orl. 2. 5. 4. Considerate un poco in coscienzia Se quella donna, che 'l libretto porse Al Conte, potesse esser la prudenzia. – Più serio: Credere in buona coscienza; giacchè c'è le mezze credenze d'opinione, che fede non sono. = Red. Lett.1. 128. (C) Credo in buona coscienza che… T. Giudicare in coscienza, secondo la rettitudine dell'intimo senso; Giudicare con, Procurando d'illuminare la propria coscienza meditando le ragioni, e i fatti osservando. Promettere in coscienza, sapendo quello che si promette, e volendo attenere. Altro modo. T. Ditemelo in coscienza, Proprio quel che sapete e sentite. Alleg. 26. (C) A chi mi domandasse in coscienza… chi sono Sì felici infra tanti? Direi: sono i pedanti. 20. Quindi l'ell. quasi escl. In coscienza mia (che mai non si direbbe In mia coscienza). E più asseverante: In coscienza dell'anima; ma più modesto: In coscienza mia. E segnatam. per affermare quel che s'è detto, e si viene dicendo. Sottint. Ve lo dico. E chi ode interrogando: In coscienza? Sottint. Lo dite voi: posso io credervi? T. Per cel. fam. (giacchè su tutto si scherza). In coscienzina mia. T. In coscienza non so; Non l'ho detto; Non l'ho fatto. T. Prov. Tosc. 302. Guárdati da chi giura in coscienza (certa asseveranza è sospetta). 21. Contro coscienza, Fare o non fare, parlare o tacere, sforzarsi di pensare e di credere. [Camp.] D. Purg. 27. Pon giù omai, pon giù ogni temenza, Volgiti in qua e vieni oltre sicuro; Ed io pur fermo e contro coscienza. (Virg. l'invita a entrar nella fiamma purgante i vizii del senso; Dante sente il dovere e la necessità del passo, ma la paura fa forza alla coscienza sua.) = Bocc. Pist. Fr. Pr. S. Apost. 25. (Gh.) Duro è fare ricordevole colui che sè contro coscienza fa dimentico. E 57. Conosci te contro la coscienza tua avere scritto. T. Dare il suffragio contro la propria coscienza. [Cors.] S. Ant. Lett. 185. Non temer tanto di dispiacere alle persone dentro e di fuori, che, per quello, facci alcuna cosa contro a coscienza. (Altri legge Con tua.) IV. 22. Il preced. è passaggio alle idee di male. T. Piegare la coscienza fuor della sua dirittura. – Falsarla. (Rosm.) Coscienza dormigliosa; che è negligente a conoscere il vero. Peggio delle dormigliose sono T. Savon. Rim. 57. Le coscienze fredde. Quindi i modi: Addormentare la coscienza; La coscienza si desta. (Rosm.) Coscienza lassa, quella coscienza monca che giudica non peccato quello che è. = Segner. Mann. Lugl. 5. 4. (Gh.) Uomini, i quali son di coscienza chiamata larga. T. Prov. Coscienza che cede come la pelle (s'allarga e ristringe secondo impulsi non suoi). Prov. Tosc. 86. Molti hanno la coscienza sì larga, che avanza una nave di chiesa. – Coscienza grossa, poco delicata. – Grossolana: anche d'artista ne' suoi lavori. – M. V. 8. 71. E sì ha ingrossate le coscienze, che le vedovelle poco si curano dell'anima, purchè il Monte risponda ben loro. (Rosm.) Coscienza stupida, quella che difficilmente si risente ai rimorsi, o per essere l'uomo abituato al vizio, o per aver pronte scuse sottili, o per averlo giudicato cosa lecita e buona. – Coscienza soverchiamente rigida, che giudica peccato quello che non è.T. Avere due coscienze, come due pesi e due misure; una per comodo proprio, una per molestia del prossimo. (Rosm.) Coscienza cauteriata,che non solo giudica in pratica essere bene il male, ma riduce questo suo errore in massima, e ne fa dottrina agli altri uomini. – Farisaica, che stima di possedere la santità perchè ne pratica certi atti estrinseci, e la sapienza, perchè l'insegna altrui, dispregiando gli altri uomini di sana opinione e di pura vita, i quali ella condanna con giudizi temerarii, e li perseguita. 23. Accoppiamenti di verbi che svolgono in varii modi l'idea. T. Offendere la coscienza propria col male è altro dall'offendere la altrui con l'esempio e le istigazioni del male. Ledere suona più grave Anco un'omissione, un legger fallo, la offende. Macchiare la coscienza. – Coscienza macchiata. D 3. 17. Coscienza fusca, O della propria o dell'altrui vergogna, Pur sentirà la tua parola brusca. Cic. Convinto dalla propria coscienza, l'uomo audacissimo tacque. F. Belc. Land. E la lor conscienzia Non è imbrattata di mondano amore. = Fir. Dial. bell. donn. 388. (Man.) Contaminata conscienza. – Coscienza grave di colpe. T. Rob. Rap. Tr. Vir. Mor. 42. Che conscienza grave il tien dolente.Cic. Aggravato dalla coscienza delle sue scelleraggini. Volg. Form. On. Vit. 12. L'uomo pauroso non fa se non la coscienza della riprendevole vita. = Amm. Ant. 23. 1. 4. (Man.) Niuna pena è più grave che la mala coscienza. T. Coscienza agitata. = Albert. 32. (Man.) O coscienza, tacito tormento della fellonia e del peccato. 24. Adoprato in modo ass. T. Aver poca coscienza, sottint. del dovere, del bene. Escl. Che coscienza è la vostra? – Vedete coscienza! – Non ha coscienza. – È senza coscienza. – Non ha nessuna coscienza. Prov. Tosc. 174. Coscienza di mugnai (o di fornai), coscienza d'osti. T. Prov. Tosc. 29. Far prima la roba, e poi la coscienza. 25. Altro modo ass. non com. per Non aver cosa che gravi la coscienza. Mor. S. Greg. 1. 154. (C) Di niente ho di me coscienza. (Quel di S. Paolo: Nihil mihi conscius sum.) Hor. Nil conscire sibi, nulla pallescere culpa. Pass. 201. (C) Che non ha coscienza d'avere alcun peccato mortale, del quale egli si debbia confessare. † Vit. S. Franc. 210. (C) E s'io nol dico, n'aròe coscienza. 26. Quindi Avere sulla coscienza una cosa, Farsene e sentirsene reo, dover sottostare agli effetti della reità. T. Ha tanti peccati sulla coscienza. I seg. non tanto com. Salv. Spin. 2. 2. (Man.) Di cotesti (beni) lasciatimi… non ho io uno scrupolo al mondo, nè punto gli ho sopra coscienza.[Mor.] Tu hai comprato dal figliuolo d'Antonio quel sacco di grano a chetichella, ma se non lo restituisci, l'hai sopra coscienza. Più com. Mettersi sulla coscienza, un malacquisto, un fatto. – L'avrete sulla coscienza. T. Prendere una cosa sopra la propria coscienza, Volerne avere, se mai accadesse, la pena e il rimprovero soli noi; ma questo perchè sappiamo e intendiamo affermare ch'è cosa buona e sicura. [Mor.] Non volere una cosa sopra coscienza, Non voler far cosa che, fatta, rechi il danno del peccato, l'obbligo della restituzione. Se vuoi rubare, ruba pure, ma io non ti reggo corda, perchè non lo voglio sopra coscienza. – S'avverta all'uso ell. Sopra alla tua coscienza, sopra l'anima tua. Io stassera vo' menare le figliuole a ballare. – Menale pure, ma sopra la tua coscienza; a tuo carico il renderne conto a Dio. T.Sia sulla vostra… [G.M.] Nel linguaggio fam. anco plur. Non voglio sopra coscienze (non voglio dire o far cose delle quali la coscienza m'abbia a rimordere). 27. Della pena che l'uomo prova per il male commesso, e della inquietudine che lo avverte del male in cui sta per cadere. T. Gli stimoli della coscienza. Prov. Tosc. 85. La coscienza pugne. Curz. Punture della… T. La coscienza non mi rimprovera nulla. D. 1. 15. Pur che mia coscienzia non mi garra (garrisca); Che alla Fortuna, come vuol, son presto (a sostenerne gli assalti). – La coscienza l'accusa. T. D. 1. 19. O ira o coscienzia che 'l mordesse (il dannato, al sentire i miei rimproveri, si dibatteva). = E 11. (Man.) Bocc. Introd. 44. Là dove io onestamente viva, nè mi rimorda d'alcuna cosa la coscienza, parli chi vuole in contrario. T. D. 2. 33. Non mi ricorda Ch'io straniassi (allontanassi) me giammai da voi, Nè honne coscienzia che rimorda. Non di fallo commesso, ma per non lo commettere. [Camp.] Dant. Purg. 19. Per vostra dignitade Mia coscienza dritta mi rimorse. (A voi, come a Pontefice, mi pareva colpa non m'inchinare.) T. E 3. (Di fallo leggero.) Ei mi parea da se stesso rimorso (nell'avere un po' tardato a sentire un dolce canto). Oh dignitosa coscienza e netta, Come t'è picciol fallo amaro morso! – I morsi o il morso della coscienza,rappresentando qui direttamente l'imag. corporea del mordere, direbbe qualcosa più: il plur., I dolori in atto, sparsi per il tempo; il sing., Il continuo malessere. = Amalt. Lett. del 500. (Vian.) La estremità del peccato è stata occupata dal rimorso della coscenza. T. Legg. del 400. Per rimorso della coscienzia. – Similm. Rimorsi di coscienza, gli avvertimenti più o men penosi a uno a uno. Chi dá retta ai rimorsi non ha continuo il rimorso. T. Verme che rode la coscienza; Verme della… Cic. L'angoscia della… Sen. La coscienza è flagello de' fatti rei. Fr. Giord. 16. Sempre almeno gli fa questo (l'aver cominciato a viver bene da piccolo), che gli dá coscienzia (del peccato), e ha pena alcun'otta. – A questo e al seg. recasi quel d'Orazio: Abacta nulla… conscientia. – Da nessuna coscienza ritenuto. 28. Ass. T. Bibbien. Calandr. 1. 2. Non è supplizio più grave che la coscienzia degli errori commessi. † E Coscienza per lo stesso Rimorso. [Tav.] Cass. Collaz. 21. cap. 25. Sì gran coscienza n'abbiamo, che non siamo arditi di levarci all'orazione. T. Così Coscienza per Colpa in Sall. Modestiam in conscientiam ducere. V. 29. Quindi Farsi coscienza, Riguardare un atto come male, e astenersene. Lor. Med. Poes. 44. (C) Io mi fo coscienza D'ogni mio fallo e vo' far penitenza. Bart. As. part. 1. lib. 1. Recandosi a gran coscienza… una cotal vanità di comparir bene in essere della persona. † In senso sim. Prendere coscienza, come Prendere scrupolo. G. V. 6. 23. 1. (Man.) Più com. i seg. Car. Lett. 2. 83. (Man.) Facendomi coscienza di farli danno. T. Cecch. Stiav. 2. 4. = G. V. 8. 64. 2. (C) Fu molto pecunioso, non guardando nè facendo così stretta coscienza d'ogni guadagno. E 8. 6. 4. T. M. V. 3. 43. E della vergogna di Santa Chiesa non si fece coscienza. Col Si, più com. che senza. 30. E per Obbligo di coscienza, del bene da farsi. T. Maestruzz. 2. 35. Quando i religiosi non fanno coscienza a coloro che si confessano da loro, che paghino la decima. = Car. Lett. Tomit. 124. (C) Intendendo che per questo non volete ajutare l'altra sorella, io… ve ne fo coscienza, parendomi che non dobbiate lasciar perire un ingegno come quello. T. Ancora più com. Farsi coscienza di tale o tal cosa, Sentirne il dovere in sè, e volerla fare. 31. Quindi in senso di Scrupolo. Segner. Pred. 219. (Gh.) C'è tra voi chi ciò si rechi a coscienza? [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 26. 7. Chi v'è che si rechi a coscienza di amare smoderatamente il danaro? E 1. 18. 3. Non si farà coscienza ne' conti di tôrvi il vostro. T. R. Burl. 149. E con ladre ragioni elle lo mettono A scrupol di coscienza. – Fare un caso di coscienza. E questo e il preced. gli è un voler comandare o vietare come dovere di coscienza, cosa che tale non sia. T. Ci aveva di coscienza a fare… (sottint. Scrupolo di). Sim. Ci va della vostra coscienza; della coscienza. T. Scrupoli di coscienza, e i fondati in verità e sinceri, e gl'imaginarii e sofistici, co' quali l'uomo dá battaglia alla propria coscienza, e, per affettata paura del peccato e per diffidenza di Dio, risica di peccare. Cotesta è Coscienza sofistica. – Gli scrupoli della…, dice i veraci e da ascoltarsi; Scrupoli di…, può dire mendicati da umiltà falsa e superba. T. Per cel. iron. Rivenditore, Cuoco, che, a non rubare, si farebbe scrupolo di coscienza. VI. 32. Carico di coscienza. Vale e il dovere di fare un bene o fuggire un male; e la colpa e la pena di cui l'uomo s'aggrava non adempiendo il dovere. Mach. Op. 7. 51. (Gh.) Che ci sia carico di coscienza. T. Fare carico di coscienza a taluno di tale o tal cosa, è più che Fargliene scrupolo. T. Sentire il carico della coscienza, e il dovere, e la pena di non l'avere adempito. Oppresso dal carico della coscienza dice il secondo. 33. Quindi Scaricare la propria coscienza, Confessare i proprii falli, e farne o proporne l'ammenda; ma vale anco Soddisfare al debito, e fare il bene per non incorrer nel male. T. Sollevare la mia coscienza dice Alleggerirne il peso, senza toglierlo del tutto. In Curz. Exonerare conscientiam, Palesare quel che si sa. Tôrsi un peso di sulla coscienza, Liberarsi da colpa che la aggravi, cominciando almeno a espiarla. Non del liberarci dal male, ma del fare il bene. Salvin. Annot. Murat. Perf. poes. 4. 325. (Gh.) Per isgravio di sua coscienza e per ammaestramento de' posteri compose (il Petrarca) in latino un libro intitolato Il Segreto. T. Fr. Filip. da Sien. Per escarico della mia coscienza. = Vit. S. Franc. 210. (C) Se Iddio ti mostra cotesto, deh discarica la coscienza tua, e non temere lo dire degli uomini. T. Per discarico di coscienza vale talvolta semplicem. Fare lo stretto dover suo, per non rispondere quindi del resto. Io ve lo dico per discarico di coscienza: pensateci voi, io me ne lavo le mani. 34. Tornare a coscienza, quel che la Bibbia Redire ad cor; modi belli ambedue, che dipingono l'uomo uscito della via retta come uscito di sè; e rammentano il modo pop., not. al § 2, in cui Coscienza è il sentimento della vita. Petr. Vit. Imp. Pont. 86. (C) Conosciuto il suo grande errore, a coscienza, con pianto ed afflizione, tornato,… ottenne perdono. Questo è ben più potente che Risvegliare la coscienza assopita, o sim. Vill. G. l. 4. c. 27. p. 215. (Gh.) L'imperadore Arrigo, fatta molta guerra e persecuzione alla Chiesa,… si tornò a conscienzia, e al detto Papa Calisto rassegnò tutte le investiture. Bocc. Fiam. 202. Vit. SS. Pad. 1. 198. (C) Morendo quella sua nipote per la quale era così avara, ritornò a coscienza. Coll'art., men com., e non dice per l'appunto il med. Vit. SS. Pad. 1. 237. (C) Tornando alla coscienza, pareagli che, per l'amistà che avea con quella donna, questo gli addivenisse. |
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