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Informazioni di base |
La parola carbonchio è formata da dieci lettere, quattro vocali e sei consonanti. Divisione in sillabe: car-bón-chio. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con carbonchio per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Dopo il divorzio di Grazia Deledda (1902): E Giacobbe Dejas aveva preso servizio presso i suoi ricchi parenti; e l'avvocato di Nuoro aveva espropriato la casetta del condannato, lasciandovi le donne per un piccolo fitto. I ricchi Dejas davano spesso del lavoro a zia Bachisia ed anche a lei, Giovanna, e così esse andavano avanti. Era morto di carbonchio Pietro Punia: s'era sposata Annicca detta Spalle d'argento, avevano arrestato un vecchio pastore per un furto di alveari. L'anno 3000 di Paolo Mantegazza (1897): Questo è Jenner, che colla scoperta del pus vaccinico e della vaccinazione, preparò quella del Pasteur, che visse e morì in Francia nella seconda metà del secolo XIX, e che estese la vaccinazione al carbonchio, alla idrofobia, aprendo una nuova êra all'arte curativa. E come tu vedi, la sua statua fu messa con molta ragione accanto a quella dello Jenner. La mosca di Luigi Pirandello (1904): Il medico spiegò, come poteva a quei due ignoranti, il male. Qualche bestia doveva esser morta in quei dintorni, di carbonchio. Su la carogna, buttata in fondo a qualche burrone, chi sa quanti insetti s'erano posati; qualcuno poi, volando, aveva potuto inoculare il male al Zarù, in quella stalla. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per carbonchio |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: carbonchi. Togliendo tutte le lettere in posizione pari si ha: croci. Altri scarti con resto non consecutivo: carbonio, carboni, caro, carni, cari, cani, cachi, cacio, caci, caco, caio, concio, conci, conio, coni, cono, arno, archi, arco, aonio, aoni, rochi, roco. |
Parole con "carbonchio" |
Iniziano con "carbonchio": carbonchiosa, carbonchiose, carbonchiosi, carbonchioso. |
Parole contenute in "carbonchio" |
chi, carbonchi. Contenute all'inverso: bra. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Si può eseguire con il carboncino, Rocce costituite da carbonato di calcio, Il carbonaro ferrarese che fu con Pellico allo Spielberg, I poliziotti dell'epoca dei Carbonari, Si grattugia sugli spaghetti alla carbonara. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Enfiagione, Enfiamento, Enfiato, Enfiatura, Gonfiezza, Cocciuola, Fignolo, Tubercolo, Gavocciolo, Cicciottolo, Natta, Gavina, Gonga, Nocciolo, Tumore, Postema, Furuncolo, Bubbone, Carbone, Carbonchio - Gonfiezza è il più generale di tutti, ed infatti la gonfiezza d'una parte del corpo indica subito il suo stato patologico o morboso.
«Enfiamento è l'atto dell'enfiare; enfiagione, lo stato; enfiagione ed enfiatura sono il crescimento visibile della parte; enfiato è quella forma che piglia la morbosa enfiagione. Un enfiamento può essere passeggiero; l'enfiagione è più durevole. Nell'enfiato v'ha un punto che sovrasta più o meno agli altri circostanti: enfiatura può essere di tutta una parte del corpo. Ma perché enfiato, in plurale, non suona assai bene, vi si sostituisce enfiatura, per l'affinità grandissima de' due vocaboli. Enfiagione però, nell'uso ordinario, ricorre più frequente assai d'enfiatura, e si scambia con questo. Cocciuola è picciolissima enfiatura cagionata per lo più da morsicature di zanzare, o simili. Anche lo stropicciamento di corpo ruvido e pungente produce cocciuole; anche il ribollimento del sangue. Il gavocciolo viene sul collo ed altrove; il fignolo nel viso, al sedere, nelle parti carnose. Gavoccioli si chiamavano nel trecento i tumori della peste bubbonica. Ora non pare ch'abbian più questo senso. Il tubercolo può essere più piccolo ancora d'un fignolo, come indica la sua forma grammaticale, che è di diminutivo. È più morboso del fignolo, perché interno; mentre il fignolo sfoga sempre al di fuori; i tubercoli, d'ordinario, sono quelli del polmone». Tommaseo. Il fignolo è anche da qualcheduno detto furuncolo, forse perché dalla sua punta, che viene a suppurazione, si forma un piccolo foro, assai profondo talvolta, da cui esce la marcia e il sangue che racchiudeva, i quali cagionano, oltre dolori assai acuti, ben sovente perfino la febbre. Il gavocciolo, detto anche bubbone, oltre che sul collo, viene all'inguine, sotto le ascelle, e in ogni parte fornita di glandule; anzi non è, secondo i pratici, che il gonfiamento e infiammazione di una di esse: essendo più interno, è rado che venga a suppurazione in un punto; giunto a maturità, abbisogna per lo più dell'opera del chirurgo, che per mezzo di una sua incisione lo vuoti dalla materia viziata che conteneva. Bubboni però diconsi propriamente quei della peste: vi ha infatto la peste bubbonica. «Cicciottolo è escrescenza di carne: può essere morbosa; può essere semplicemente deforme; e in questa sua doppia natura differisce dagli altri. Natta è una gonfiezza solida e permanente e non piccola, in bocca, sul viso, sul collo, e in altre parti del corpo. Le gavine sono le glandule enfiate della gola; e le gonghe, le cicatrici delle gavine quando vengono a suppurare, cioè le rappiccicature e le striscie che fanno nel collo le dette gavine; e gongosi si chiamano chi ne patisce. Quindi è che il gonga è anco un soprannome dato a chi porta sul collo tali deformità. Nocciolo si dice ogni piccolo tumore che abbia forma di nocella o di noce, e non tiri alla suppurazione. Il tumore è sempre morboso, ed è più grave del fignolo e dell'enfiato; piglia inoltre più spazio e tira a suppurare. Se si corrompe e diventa maligno, è postema. Ma postema dicesi più spesso ogni congestione di materie, quand'anche non abbia forma apparente e circoscritta: come: postema di catarro e simili». Tommaseo. Carbone e Carbonchio. È un tumore contagioso detto dai medici pustola maligna o antrace. Questa malattia più specialmente e spontaneamente si manifesta negli animali domestici che non nell'uomo; ma per contatto a questo. S'appicca facilmente ed è il più delle volte letale. Carbone in questo senso direi più la malattia in complesso, carbonchi i gavoccioli o bubboni o pustole che dalla pelle per essa emergono. [immagine] |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Carbonchio - E' una malattia particolare ai cereali, e segnatamente al segale, all'orzo ed all'avena. Si manifesta innanzi alla maturazione del grano, mediante una polvere nera che ricuopre le spighe, e che secondo le ricerche di Tillet, Tessier, de Candole ec: è soltanto ua sorta di fungo parassita del genere oredo. Questa malattia ha molta analogia con la carie, benchè si distingua per alcuni caratteri assai marcati. L'opera di Benedict Prevot accenna i mezzi di prevenirle ambedue. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Carbonchio - S. m. (Min.) [Cont.] Spet. nat. VI. 98. Quando la spinella, o rubino così colorato ha un gran fondo; sicchè il suo peso trapassi venti carati, questa pietra si noma carbonchio.
[Camp.] Bibb. Eccles. 32. La gemma del carbonchio nell'ornamento dell'oro è la agguaglianza delli strumenti musici nel convito del vino (Gemmula carbunculi). = Ar. Fur. 34. 53. (C) Che tutto d'una gemma è 'l muro schietto. Più che carbonchio lucida e vermiglia. Serd. Stor. 4. 175. Un bordone coperto d'oro, lavorato a musaico, col manico fatto di carbonchi e di perle. [Cam.] Aver. Lez. 94. Finisco di parlar de' bicchieri con porvi sotto gli occhi il preziosissimo bicchiere d'Assuero, o d'Artaserse, così nominato da tutti gli scrittori profani, il quale era fatto d'un carbonchio, il cui valore era trenta mila talenti, cioè a dire dieciotto milioni. 2. [Val.] Fig. Lasc. Cap. in lode della salciccia. Rim. piac. 105. Carbonchi è il pepe, e la carne vermiglia Rubini sembra. 3. (Med.) Enfiato pestilenziale, Carbone, Carboncello, Ciccione, così detto dall'essere infocato e rosso a guisa di carbone acceso. (Mt.) È in Cels. – Benv. Cell. Vit. 1. 119. (M.) Mi prese un gran dolore di testa, con molte anguinaje nel braccio manco, scuoprendomisi un carbonchio nella nocella della mano manca, dalla banda di fuora. Salvin. Georg. 3. Che se gli odiosi panni uom maneggiava, Carbonchi ne venieno. [Tor.] Targ. Ar. Vald. 2. 504. Cranone città della Tessaglia, dove Ippocrate osservò un'epidemia febbrile palustre, persino con dei carbonchi… E 2. 473. Di fatto l'unico carbonchio che io abbia veduto ai miei giorni, fu molti anni in un contadino vicino alle risaje, che condotto al regio spedale di S. Maria Nuova, morì quasi subito, e lo aveva in una coscia, della figura e grandezza di un piccolo fico castagnuolo. 4. Sorta di Malattia del grano. Degli alberi, in Plin. Carbunculus. [Cont.] Lauro, Amm. agr. Cost. X. 7. Se essa pianta sentirà eziandio alquanto di ghiaccio, morirà ella per il carbonchio, come quella che è per natura più delicata. 5. Per una sorta di Arena, che anche si dice Arena Carbonara, o Arena incarbonchiata. Alber. L. B. Archit. 61. (Gh.) Lodano sopra tutte queste rene il carbonchio. E 352. Il sabbion maschio e la rena che si chiama carbonchio ne porgono con certezza le acque molto sane ed eterne. |
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