Un uomo finito di Giovanni Papini (1913): Ma nella mia storia ci doveva esser tutto: e passai allora dalle scienze alle cosmogonie. Codesto scrupolo di storico (non già storia dei soli fatti ma anche delle credenze sui fatti) ebbe grande effetto sui miei studi. La mia curiosità si biforcò: cascai da una parte nella letteratura comparata e dall'altra nella religione. Nella religione prima di tutto. Non ci fu teogonia o mito cosmico ch'io non ricercassi e non riassumessi o ricopiassi per inzepparne il principio della mia storia.
La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008): Quando fu il momento della proclamazione, Mattia si dispose in fila con gli altri candidati. Erano gli unici in piedi nello spazio sovradimensionato dell'aula magna. Mattia avvertiva gli sguardi del pubblico come un formicolio sulla schiena. Cercò di distrarsi, valutò il volume della stanza utilizzando come calibro la statura del presidente, ma il formicolio gli si arrampicò su per il collo e lì si biforcò, afferrandogli le tempie. Immaginò migliaia di piccoli insetti rovesciarglisi dentro le orecchie, migliaia di tarme affamate scavare gallerie nel suo cervello.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Vincenzo servizievolmente denominava: «Satriano, Bisignano, Carafa, Ischitella, Serracapriola...». Man mano i palazzi cedevano a muraglie di tufo, donde straripavano chiome di pini, ontani, magnolie: pareva si stesse uscendo dalla città, sabbia divorava il selciato, poi la via si biforcò. Da una parte iniziava a salire verso le colline. Riconobbe l'aereo castello di Sant'Elmo. |