Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Johnny retrocesse dalla finestra. E ora? Regis aveva un'aria, delusa e offesa, poi bestemmiò piano ma secco e con Johnny mosse verso l'uscita. La suora l'arrestò con la sua mano ossuta. Dove andava? Era impazzito? Non se la sentiva la febbre da cavallo? Parlava dura, senza simpatia e tutta tecnica. Regis si svincolò. Ricoverarsi, mettersi a letto, subito e qui, coi tedeschi che dilagavano ad ogni parte? Alzò la voce. - Io no. Io preferisco, io voglio crepare all'aria aperta. Non mi corico, non mi… - ma la spossatezza, il deliquio l'afferrò, lo flesse come un salice smidollato.
Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia (1961): Nessuno rispose. Il bigliettaio bestemmiò, era un bestemmiatore di fama tra viaggiatori di quella autolinea, bestemmiava con estro: già gli avevano minacciato licenziamento, che tale era il suo vizio alla bestemmia da non far caso alla presenza di preti e monache sull'autobus. Era della provincia di Siracusa, in fatto di morti ammazzati aveva poca pratica: una stupida provincia, quella di Siracusa; perciò con più furore del solito bestemmiava.
Tre croci di Federigo Tozzi (1920): Giulio chiamò il fratello: — Niccolò! Destati! - Quegli fece una specie di grugnito, bestemmiò, si tirò più giù la tesa del cappello; e richiuse gli occhi. Stava accoccolato su una sedia, con le mani in tasca dei calzoni e la testa appoggiata a uno scaffale della libreria; vicino a una cassapanca antica, che tenevano lì in mostra per i forestieri, tutta ingombra di vasi, di piatti e di pitture. |