Il paese del vento di Grazia Deledda (1931): Ma io presi il braccio del cieco, e così insieme si salì la bella scalea dell'albergo, che per l'occasione, ornata di tappeti e di piante, sembrava quella di una reggia. Anche la veranda e le terrazze erano trasformate in giardini pensili. Azalee imbevute della trasparenza rosea del tramonto e, per contrasto, cinerarie di un azzurro pallido di sera invernale; fiamme purpuree di fiori di canna e rose di ambra, si slanciavano dai vasi di terra cotta, dipingendo coi loro mazzi fantastici lo sfondo di lacca degli intercolunni, sui quali erano state sollevate le tende di tela di vela.
Gli adolescenti di Ada Negri (1917): — Uno scoppio di vegetazione, una pletora di linfe. — Terrazze chiuse da vetri colorati, coperte di glicini dai fittissimi grappoli, d'un viola quasi grigio: alberi di serenelle, carichi più di fiori che di fronde, in un'armonia delicata di ametista, di lilla, di bianco latteo: biancospini, azalee, e le piogge d'oro dei citisi, a trabocco dalle basse cancellate dei parchi: e verde, verde, verde di tutte le sfumature, denso, fronzuto e trionfante, solo interrotto dai solchi delle stradette uguali, perdute l'una nell'altra, a somiglianza dei viali d'un labirinto.
La vecchia casa di Neera (1900): Un'orchestrina mascherata da un gruppo di felci gigantesche eseguiva un'aria dell'Orfeo. Le note delicatamente appassionate cadevano nel piccolo giardino non ancora invaso dalla folla, dove aliava un fresco odore di azalee appena dischiuse, dove il caldo greve ancora ma non contaminato conciliava un soave torpore sognante. - Come si sta bene qui! - sospirò Elvira a fior di labbro. |