Memorie di un cuoco d'astronave di Massimo Mongai (1997): Certo, diligentemente le portavo il contenitore nella sua stiva, glielo lasciavo lì e poi me ne andavo. Lei passava gran parte del suo tempo dormendo o chiacchierando con Runjo. E a me venne in mente che forse qualcosa si poteva fare, a quella pappa. Mi documentai. Chiesi informazioni a Chef e al computer centrale della nave, feci fare delle analisi. Ma alla fine mi dovetti arrendere: niente da fare. La pappa era un prodotto di alcune operaie specializzate della specie delle formicone: era proprio come la pappa reale degli analoghi insetti terrestri, un cibo completo che permetteva alla larva di sviluppare pienamente le proprie capacità riproduttive.
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): Il recinto ampio dove gli era consentito muoversi comprendeva un Golfo con le sue Scogliere, la Città di mare col suo porto e naturalmente la Spiaggia: questo era il luogo – non disprezzabile come forma, dimensioni, contenuto – in cui, anno dopo anno, gli erano concessi quattro lunghi mesi di Estate. Erano giorni analoghi in un mondo analogo, ma consumati come fossero veri. Perché Ivo aveva sedici anni e per lui non solo erano veri, ma a suo parere la vita fuori di lì non valeva la pena di essere vissuta.
L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Vivono e pensano le cose? Il Canonico gli aveva detto un giorno che, a giustificare la vita e il suo sviluppo, occorre che in ogni cosa ci debbano essere dei fiori della materia, delle spora, delle semenze. Le molecole sono disposizioni di atomi determinati sotto figura determinata, e se Dio ha imposto leggi al caos degli atomi, i loro composti non possono essere portati che a generare composti analoghi. Possibile che le pietre che conosciamo siano ancora quelle sopravvissute al Diluvio, che anch'esse non siano divenute, e da esse altre non ne siano state generate? |