L'amica geniale di Elena Ferrante (2011): Sono attimi che mi sono rimasti bene impressi nella memoria. Non ne sono certa, ma mi dovette uscire dal petto un vero urlo di terrore, perché lei si affrettò a dire con una voce rimbombante che era solo una maschera, una maschera antigas: suo padre la chiamava così, ne aveva una identica nel ripostiglio di casa. Seguitai a tremare e mugolare di paura, cosa che evidentemente la convinse a strapparsela dal viso e a gettarla in un angolo, con un gran fracasso e molta polvere che si addensò tra le lingue di luce dei finestrini.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): La folla s'addensò. Bambini scalzi dalle gran teste rapate, tignose, occhi rossi di tracoma, donne dall'aria dolente e spiritata presero a chieder soldi, prima lagnandosi in maniera generica, poi, eccitandosi del loro stesso implorare, eseguendo strazianti pantomime. Inseguivano soprattutto lei, acciuffandole le falde della redingote, le braccia, nonostante Gennaro cercasse di difenderla.
Anima sola di Neera (1895): A poco a poco s'addensò nel mio cuore un odio per i sentieri da cui non potevo uscire, per i ruscelli cristallini filtrati nel bicchiere di pelle nera, per le spianate ombrose dove l'erba era cosparsa di cartocci vuoti e di ossa di pollo, e per tutto quel popolo di erba compiacente, per le innumerevoli pratelline, per i bottoni d'oro che ognuno coglieva ponendoseli all'occhiello, per i ciuffi di lattuga selvatica dai quali si aprivano come chiari occhi azzurri i cari fiori che avrei tanto amato, e che detestai dal giorno in cui li vidi galleggiare al di sopra di una insalata. Alcune canzoni popolari, amorose o patriottiche, cantate in coro sotto gli alberi finivano di mettere il colmo alla mia tristezza. Fu allora che imparai a piangere internamente. |