Dizionari AntichiLettera P - pag. 2
PolisillabaVoce che si compone di molte sillabe. Es. Egli vive temperatissimamente.
PreposizioneLa voce preposizione, dal latino praepositio, significa posizione avanti; ed è così detta perchè generalmente sta davanti a un oggetto al quale...
Preposizioni articolatechiamansi quelle particelle che risultano dall'unione delle preposizioni di, a, da, con, su, per, con le varie forme dell'articolo determinativo,...
Presente (tempo)Dicesi che un verbo è nel tempo presente (modo indicativo) quando afferma cosa che avviene nel momento in cui si parla o si scrive, come:
Io sono
...
PrimitivoPrendono nome di primitivi quei nomi che non derivano da altre parole, e si considerano come primi; tali sono: legno, campana, vase ec.
Principale (proposizione)La principale è quella proposizione che tiene il primo posto nella esposizione del pensiero, ed a cui tutte le altre del periodo si riferiscono - Es....
PromiscuoDiconsi di genere Promiscuo, o confuso alcuni nomi di animali, i quali con una sola voce esprimono il maschio e la femmina, perchè mancano o della...
Pronomesignifica per lo nome, che vuol dire parola la quale è posta in luogo del nome, per evitare la ripetizione di esso, insieme alle qualità che...
Pronomidi persona e di cosa sono quelli che possono far le veci d'un nome di persona o di un nome di cosa. Essi sono: 1. Questo, cotesto, quello, che al...
PronunziazioneE' l'atto o il modo di pronunziare le parole e le proposizioni d'una lingua - Dicesi quindi
buona o
cattiva pronunziazione, secondo che saran bene o malamente profferite le parole d'un discorso.
Tutti convengono, scriveva il Soave, che una graziosa e corretta pronunzia è uno de' più bei pregi del parlare, che previene ed incanta chi ascolta; ma pochi si curano di acquistarla o perfezionarla.
Ed il Bianchetti soggiunge: Quasi tutte le madri e le governanti cominciano da prima a vezzeggiare i bambini, sforzandosi d'imitarli nello storpiamento delle parole. Quando poi sono cresciuti alcun poco, procurano a sè medesima molta noia, e ne danno moltissima ad essi per togliere loro l'abituato difetto. In tal guisa i nostri usi fecero grave a' fanciulli anche l'apprendere a ben parlare, mentre la natura non ha lor chiesto per ciò alcuna sorta di studio o di fatica. Giulia articolava colla massima possibile chiarezza le voci, parlando con Adelaide. Questa che udiva però sempre il suono vero della parola, e che tentava di imitarlo, non poteva assuefarsi ad alcuno storpiamento; ed i suoi organi non impediti da veruna cattiva abitudine, procedevano regolarmente nel loro sviluppo naturale. Per accelerarlo e facilitarlo ancor più Giulia adoperava un mezzo semplicissimo. Faceva nascere un qualche accidente per cui Adelaide era obbligata spesso a parlare da lontano e con oggetti interposti. La distanza e qualunque altra difficoltà d'essere intese, obbliga naturalmente ad articolare le parole con maggior forza e precisione; e tali prove ripetute addestrano prestamente l'organo della voce, e lo mettono in necessità di adoperare per tempo tutta la pieghevolezza di cui è capace. Giulia aveva imparata questa pratica, considerandone il buon effetto nei figliuoli de' contadini. Vivendo eglino nel largo della campagna, ed essendo spesso obbligati a calcare i suoni per farsi intendere, giungono ad articolare le parole molto più presto che non fanno i fanciulli de' signori rinchiusi nelle camere sotto la sferza e gli strepiti delle governanti. Da questo metodo Giulia traeva ancora un altro grandissimo vantaggio. Avvezzando Adelaide a conoscere di buon'ora, e per propria esperienza, le distanze e i varii impedimenti che possono frammettersi al corso della voce, l'abituava altresì a regolare la forza de' suoni in modo ch'essi non giungessero nè troppo forti nè troppo leggieri alle orecchie di quelli che l'ascoltavano.
Questa lezione non sarà giudicata di poca importanza da quanti udirono (e certo con molto loro fastidio) non poche signore a parlar sempre come se gridassero, e non poche altre come se zufolassero.
Giulia non si avvisò mai d'istruire Adelaide a recitar alcun verso od alcuna prosa. Quest'uso diceva ella, non può certamente produrre l'effetto che si vorrebbe; perchè non si tenta di articolare con chiarezza che quelle parole delle quali s'intende il significato; e non si accentuano che quelle di cui si conosce la passione ch'esprimono. I fanciulli sono incapaci all'una e all'altra di queste due cose. Ho più volte notato, soggiungeva ella, i particolari d'una tal pratica; e mi son sempre convinta ch'essa, oltre d'essere affatto inutile, è anche molte volte perniciosa. Si perde lunghissimo tempo, e s'infastidisce incredibilmente un fanciullo per cacciargli nella memoria alcuna parole, e per fare che le accompagni con alcuni movimenti delle braccia e della testa, ch'egli eseguisce come i fantocci al vario tirar de' fili (1).
La pronunzia e sì diversa nelle diverse provincie d'Italia, che troppo difficile cosa sarebbe, e pressochè impossibile, l'assegnarne regole certe e precise. Quella che è tenuta in maggior pregio si è la pronunzia de' Romani e de' Toscani, singolarmente de' Sanesi e de' Fiorentini, ma questa medesima non può bene apprendersi che con l'uso. Non pertanto è sempre utile a' giovani studiosi apparare le regole generali e le osservazioni a ciò relative, le quali, se non varranno ad insegnar loro la vera maniera del pronunziare, gioveranno almeno a schifarne i principali difetti (1).
(1) Bianchetti - Dello scrittore italiano - (Discorsi).
(1) Soave - Gramm. ragionata della lingua italiana. -
Franscini e Massari - Nuova Gramm. Element. della lingua italiana.
ProposizioneE' un giudizio espresso con le parole. Es. Il cielo è sereno. Il mare è tranquillo.
Ogni proposizione si compone di tre elementi, soggetto, verbo...
ProprietàE' la perfetta convenienza della parola adoperata per indicare la cosa di cui si parla. Consiste quindi la proprietà nell'usare le voci e le frasi...
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