Dizionari AntichiLettera P - pag. 5
panatenéeo semplicemente
Atenée, Feste che si celebravano in Atene ad onor di Minerva. Le piccole
Panatenèe facevansi ogni anno, e le grandi solemente ogni quattro. Queste consistevano in Corse a piedi, a cavallo, in Combattimenti gimnici unitamente alla Musica ed alla Poesia. Furono tali Feste adottate dai Romani, e le chiamavan
Quinquatrie.
pancrazioEra uno dei più penosi ed insieme il più pericoloso combattimento degli Atleti, perchè si riunivano in esso la Lotta ed il Pugilato.
pandionisUna delle Tribù degli Ateniesi.
panonieFeste Greche in onor di Nettuno.
pantheonEra un Tempio in Roma, il quale aveva tal nome perchè dedicato indistintamente a tutti, gli Dei. Esso esiste sempre. È un degli antichi Edifizj inalzato a tempo d'Augusto, i quali si siano meglio conservati d'ogni altro.
paraninfeI Greci nominavano
Paraninfa una specie di Uffiziali, che nei matrimonj presedevano alle Nozze, per regolarne le Feste e il Banchetto. Era specialmente quell'Ufiziale incaricato della custodia del letto nuziale. Presso i Romani si chiamavano
Paraninfe tre giovinetti, che conducevano la novella sposa a casa di suo marito. Per essere ammessi a tal cirimonia dovevano avere i lor genitori viventi. Uno dei tre andava avanti con una torcia di pino, ed i due altri sostenevan la sposa, e dietro di essa si portava una rocca col fuso, e lana da filare sulla medesima.
parasangeMisura itineraria presso i Persiani, lunga trenta Stadj. Due Parasange corrispondevano presso a poco a tre Leghe di Francia.
parascenionCosì chiamavasi generalmente le spazio, che era davanti o dietro la scena; e si dava ancora tal nome a tutti gl'ingressi, e scale, d'onde passavasi dal posto della Musica a quello, in cui i Comici rappresentavano. Ecco come sotto il nome di Scena si è confuso il
Proscenion, il
Parascenion, e la Scena del Greco Teatro.
parasitiErano tra i Greci alcuni Sacerdoti, il cui ministero aveva qualche rapporto con quello degli Epuloni presso i Romani. In Atene ciascuna Tribù aveva il suo Parasita o Parasito, e tutti eletti e presi dalle più distinte Famiglie; dimodochè quei Sacerdoti erano al sommo onorati, non solo a motivo del lor ministero, ma eziandio per la propria lor nascita. Siccome vi erano alcuni terreni, il di cui prodotto avea per destinazione quello di somministrare i mezzi necessari alle spese dei sacrifizj, la principale funzione dei Parasiti consisteva nell'invigilare alla raccolta del grano, che in essi facevasi, e di custodirlo insieme colle volontarie oblazioni dei particolari in un Granajo detto
Parasition; denominazione, che come quella di
Parasito, è composta di due Greche parole, le quali riunite spiegavano precisamente il ministero ed ufficio dalle medesime significato.
Ogni Divinità aveva il suo
Parasito; e questo nome fu venerato e rispettato fintanto che esso rimase dentro i limiti delle cerimonie di Religione: ma i grandi ed i ricchi avendo anch'essi voluto dei Parasiti ad imitazion degli Dei, quelli per la bassezza dei lor sentimenti e per la loro vergognosa intemperanza resero in breve sì vile e sì ridicolo il nome di Parasito che i Poeti comici ne messero sempre uno tra gl'Interlocutori ad oggetto di rappresentare un Personaggio sciocco e buffone con un abbigliamento analogo al disprezzo, che i Poeti stessi n'avevano.
parentaliFeste, che i Romani celebravano di Febbrajo per placare le Ombre dei morti.
parthenonTempio di Minerva, uno dei più magnifici e dei più superbi dell'Antichità Pagana. Se ne vedono ancora alcuni resti in Atene, che sono molto ben conservati.
pastoforiErano una specie di Sacerdoti così appellati da' Greci a causa dei lunghi mantelli, ch'essi portavano. Costoro esercitavano la Medicina in Egitto. Clemente d'Alessandria, dice parlando dei quarantadue Libri Sacri di Mercurio Egizio, che con tanta cura si conservavano questi nei Tempj d'Egitto, che ve n'erano sei riguardanti la Medicina, e si facevano studiare ai
Pastofori per l'esercizio dell'Arte salutare. I
Pastofori, secondo Diodoro Siculo. promettevano di conformarsi ai precetti di quest'Opera sacra: allora, se il malato perisse, non si attribuiva loro a mancanza; ma quando se n'erano allontanati, e che il malato morisse, si condannavano come assassini (Vedasi
Medicina).
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