Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): Baldo si turò le orecchie con le dita, mentre un baleno quasi di odio contro i fratelli bestemmiatori gli rifulgeva negli occhi rivolti al cielo; e fu per andarsene davvero e mettersi a pregare: non restava altra salvezza: pregare per loro; ma poiché l'istinto lo avvertiva che il nome di Lia non era stato pronunziato invano, e che forse qualche cosa si tramava contro di lei, andò a sdraiarsi nell'ombra sotto la tettoia del portone, e finse di sonnecchiare.
Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro (1896): Appena l'ingegnere ebbe bussato alla porta, non tanto piano, si udì un correr leggero nell'andito, fu aperto e una voce non sottile, non argentina, ma inesprimibilmente armoniosa, sussurrò: «Che strepito, zio!» «Oh bella!» fece patriarcalmente l'ingegnere «ho da picchiar col naso?» La nipote gli turò la bocca con una mano, lo tirò dentro con l'altra, fece un saluto grazioso al signor Giacomo e chiuse la porta; tutto ciò in un attimo, mentre lo stesso signor Giacomo andava soffiando: «Padrona mia riveritissima... me consolo propramente...» «Grazie, grazie« fece Luisa «passi, La prego, devo dire una parola allo zio.»
Dono della Vergine Maria di Luigi Pirandello (1899): Don Nuccio D'Alagna si turò le orecchie per non sentirla tossire di là; e quasi fosse suo lo spasimo di quella tosse, strizzò gli occhi e tutta la faccia squallida, irta di peli grigi; poi s'alzò. |