Il mistero del poeta di Antonio Fogazzaro (1888): Accompagnai la signorina fino a casa, dove mi fece conoscere suo padre: un signore molto garbato che mi parve devoto suddito della bionda figliuola. M'invitarono al thè per la sera successiva. — Sarà contento — diss'ella con un sorriso. — Il nostro thè è eccellente. — Mi sentii arrossir forte. Il sorriso della biondina era il suo solito sorriso benevolo sulla bocca, ma non negli occhi. Gli occhi brillanti dicevano chiaro: troverà miss Yves.
Le Aquile della steppa di Emilio Salgari (1907): Per alcuni minuti tutti rimasero silenziosi. Abei sorseggiata una tazza di thè, accese il suo narghilè e pareva che si divertisse a stuzzicare i falchi; chi però l'avesse attentamente osservato, l'avrebbe più volte sorpreso a contrarre le labbra con un brutto sorriso ed a fissare insistentemente Hossein, con uno sguardo che aveva dei lampi cupi.
La biondina di Marco Praga (1893): Ma anche lui à quasi quarant'anni ed à il buon gusto di non far la corte. Si chiacchiera di arte, di scienza, talvolta anche un pochino di politica, ma senza pedanteria. Si commenta l'ultimo libro o la nuova commedia; si racconta, magari, lo scandaluccio del giorno; si beve una buona tazza di thè; e mezzanotte arriva sempre troppo presto. Qualcuno dei poco compromettenti cavalieri mi riaccompagna: più sovente il Giovenzani che abita in via Manzoni e fa, quindi, la mia strada. I nostri quattro amici chiamano me e Clelia le due vedovelle. |