I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Quando finalmente quel martello ebbe battuto undici tocchi, ch'era l'ora disegnata da Renzo per levarsi, s'alzò mezzo intirizzito, si mise inginocchioni, disse, e con più fervore del solito, le divozioni della mattina, si rizzò, si stirò in lungo e in largo, scosse la vita e le spalle, come per mettere insieme tutte le membra, che ognuno pareva che facesse da sé, soffiò in una mano, poi nell'altra, se le stropicciò, aprì l'uscio della capanna; e, per la prima cosa, diede un'occhiata in qua e in là, per veder se c'era nessuno.
Carthago di Franco Forte (2009): «Mio padre è morto come io vorrei morire.» Scosse la testa disgustato. «Se un comandante non è disposto a rischiare la vita insieme ai suoi uomini, come si può pensare che gli diano fiducia? È questo il mio compito, e non intendo disattenderlo.» Lo sguardo penetrante che fece girare su di loro non ammetteva repliche, e nessuno osò ribattere. A quel punto un sorriso stirò le labbra di Annibale. «Adesso basta fare quelle facce. Abbiamo vinto.» La tensione svanì dai Barca, che si guardarono intorno mentre l'esercito cartaginese sciamava nella città annientando le ultime sacche di resistenza.
La Storia di Elsa Morante (1974): Invece, da un momento all'altro, così come s'era addormentato, il tedesco si risvegliò di colpo, quasi allo squillo brutale d'una tromba. E immediatamente guardò l'orologio al proprio polso: aveva dormito appena qualche minuto, tuttavia non gli restava ormai molto tempo per ritrovarsi al centro di raduno in orario con l'appello. Si stirò: ma non con la beatitudine tracotante dei ragazzi quando si scaricano dal sonno; piuttosto col disgusto di un'angoscia e di una maledizione, quasi che, attaccati alle proprie membra, ritrovasse dei ferri carcerari. |