Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (1883): — Proprio nulla, nulla? — Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera. — Pazienza! — disse Pinocchio — se non c'è altro, mangerò una buccia. — E cominciò a masticare. Da principio storse un po' la bocca: ma poi una dietro l'altra, spolverò in un soffio tutte le bucce: e dopo le bucce anche i torsoli, e quand'ebbe finito di mangiare ogni cosa, si batté tutto contento le mani sul corpo, e disse gongolando: — Ora sì, che sto bene!
I Malavoglia di Giovanni Verga (1881): Don Michele si spolverò la montura, andò a raccattare la sciabola che aveva persa, e se ne uscì borbottando fra i denti, senz'altro, per amor dei galloni. — Ma 'Ntoni Malavoglia, il quale mandava un fiume di sangue dal naso, vedendolo sgattaiolare, non lo potevano tenere dal gridargli dietro un mare d'improperi dalla porta dell'osteria, mostrandogli il pugno, e asciugandosi colla manica il sangue che gli colava dal naso; e gli prometteva che voleva dargli il resto quando l'incontrava.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Sudò tutta la giornata a ripulire la stanza per ricevere, quella dove lei studiava, meno male che lì, alla Salata, era piccola, con pochi mobili. Lavò in terra, spazzolò il divanetto spelato, pulì i vetri dei quadri, spolverò il lampiere, vi mise le candele nuove. Sbatté le tende del balcone, sprigionandone nuvole di polvere, lucidò le maniglie. I fiori di vovó, purtroppo, non vennero bene: s'asciugavano a chiazze. Ne salvò tre o quattro, che dispose in un piccolo vaso di cristallo al centro della tavola grande. Spolverò, aggiustò i libri nella scansia presso la finestra. Dentro il calamaio ficcò una penna d'oca nuova, bianca e svettante come una bandiera. |