I Malavoglia di Giovanni Verga (1881): Il soldato non finiva di chiacchierare con quelli che volevano ascoltarlo, giocando colle braccia come un predicatore. — Sì, c'erano anche dei siciliani; ce n'erano di tutti i paesi. Del resto, sapete, quando suona la generale nelle batterie, non si sente più né scia né vossìa, e le carabine le fanno parlar tutti allo stesso modo. Bravi giovanotti tutti! e con del fegato sotto la camicia. Sentite, quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi, e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro dovere, per la madonna! questo cappello qui lo si può portare sull'orecchio!
Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1941): E il Gran Lombardo disse: - Credo che c'entri per qualche ragione... Credo che c'entri. Non so come spiegarlo, ma credo che c'entri. Che fa uno quando si abbandona? Quando si butta via per perduto? Fa la cosa che più odia di fare... Credo che sia questo... Credo che è comprensibile se sono quasi tutti siciliani.
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Andrea Sperelli aspettava dal Rútolo un attacco impetuoso; ma colui non si mosse. Per un minuto, ambedue rimasero a studiarsi, senza avere il contatto del ferro, quasi immobili. Lo Sperelli, chinandosi ancor più su' garretti, in guardia bassa, si scoperse interamente, col portar la spada molto in terza; e provocò l'avversario, con l'insolenza degli occhi e col batter del piede. Il Rútolo venne innanzi con una finta di botta diritta, accompagnandola con una voce, alla maniera di certi spadaccini siciliani; e l'assalto incominciò. |