Gli occhiali d'oro di Giorgio Bassani (1958): Quando le cose filavano lisce, il treno raggiungeva dunque la sua meta verso le otto e un quarto. Ma il più delle volte, anche se si lanciava a gran carriera lungo il rettilineo dopo Corticella, il convoglio imboccava la larga curva che mette nella stazione bolognese con dieci, quindici minuti di ritardo (nel caso che dovesse fermarsi al semaforo d'ingresso, i minuti potevano diventare facilmente trenta).
Le otto montagne di Paolo Cognetti (2016): Io mi ricordavo bene la storia: la Grigna era una guerriera bellissima e crudele, faceva uccidere a colpi di frecce i cavalieri che salivano a dichiararle amore, così Dio l'aveva punita trasformandola in montagna. E adesso era lì, nel parabrezza, a lasciarsi ammirare da noi tre, ognuno con un pensiero diverso e muto. Poi il semaforo scattava, un pedone attraversava di corsa, qualcuno da dietro suonava il clacson, mio padre lo mandava a quel paese e ingranava la marcia con furia, accelerando via da quel momento di grazia.
Una grande storia d’amore di Susanna Tamaro (2020): Dopo la funzione, la piccola bara è stata caricata sul motoscafo delle pompe funebri per poi venir trasferita a Piazzale Roma su un'auto adeguata. Noi tre l'abbiamo seguita in silenzio fino a Cormons a bordo della nostra macchina. A un semaforo, ho visto una signora farsi un frettoloso segno della croce e un uomo mostrare le corna a mo' di scongiuro. |