Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): E poi sentì che non era comodo neppure il legno nudo e lo imbottì; scorticò le bestie soggette, altre ne tosò e vestì il legno di cuoio e tra il cuoio e il legno mise la lana; ci si sdraiò sopra, beato: «Ah, come si sta bene così!» Il cardellino canta nella gabbietta sospesa tra le tende al palchetto della finestra. Sente forse la primavera che s'approssima? Ahimè, forse la sente anch'esso l'antico ramo del noce da cui fu tratta la mia seggiola, che al canto del cardellino ora scricchiola. Forse s'intendono, con quel canto e con questo scricchiolio, l'uccello imprigionato e il noce ridotto seggiola.
Il Dio dei viventi di Grazia Deledda (1922): Non parlava: Bellia si divertì a buttargli manciate di rena sui capelli ed egli lasciò fare scuotendo solo la testa come l'avesse bagnata: il cane si aggirava loro intorno e dapprima parve ostile al suonatore abbaiandogli contro e tentando di mordergli i piedi, poi rassicurato dai gridi e dai cenni del padrone si sdraiò tra i due e divenne subito amico del vagabondo.
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Il piroscafo che veniva da Ischia, e che doveva portare mio padre a Napoli, non era ancora entrato nel porto. C'erano alcuni minuti da aspettare. Mio padre e io ci sedemmo vicini sulla valigia, e Immacolatella, affannata per le sue gare di corsa, si sdraiò ai nostri piedi. Essa pareva convinta che quella sosta sul molo significasse per la nostra famiglia il termine del viaggio. E che, oramai giunti a destinazione e stabiliti, potessimo riposarci tutti e tre insieme quanto ci pareva, senza doverci separare mai. |