Mozzicone, Avanzo, Scampolo, Cicca - Mozzicone è ciò che avanza dal corpo mozzato, o consunto, come quelli delle candele. - Avanzo è ciò che rimane delle cose mangiate, tela adoprata, o simili; parlandosi della roba che rimane non mangiata a tavola si dice gli avanzi; per esempio: «Campa con gli avanzi di casa B.» - Parlandosi di tela o di panno, ciò che rimane in bottega, dopo essere stata venduta la maggior parte, si dice Scampolo. - Quel che avanza dal sigaro fumato, è la Cicca. - [Mozzicone dicesi anche un pezzetto piuttosto lungo di sigaro, già fumato, che si getta via, o che sarebbe da gettar via, o che si lascia spento. - «Non ti vergogni, un signore come te, a fumare cotesti mozziconi? - Ti darei volentieri un sigaro: ma non ho che questo mozzicone: se te ne giovi, padrone.» - La Cicca è molto più corta del mozzicone, e non è più fumabile che trinciata per la pipa. G. F.] [immagine] |
Ritaglio, Sciavero, A ritaglio, Scampolo, Avanzo - Ritaglio si dice di ciascuno dei pezzi che avanzano dalla cosa tagliata secondo l'arte; e così dicesi di quei pezzi che avanzano al sarto dopo aver tagliato il vestito, al macellajo o al cuoco dopo aver tagliato un pezzo di carne: onde la frase Vendere a ritaglio, cioè Al minuto, a piccole quantità. - Sciávero è ritaglio più grande dei vestiti tagliati, ed è altresì quella porzione rozza del legno che si cava colla sega da un pezzo di legname che si riquadra, ed anche gli avanzi delle pelli conce che si vendono a taglio. - Scampolo è l'avanzo di una pezza di panno o di tela, venduta a questo e a quello per fare abiti, ecc. - [Avanzo, parlando di stoffe tagliate dal sarto per farne vestiti, è pezzo molto più grande de' Ritagli e più regolare. - «Devi dire al sarto che mi mandi gli avanzi del panno per la giacchetta, che forse mi ci viene una sottoveste per il figliuolo.» - I Ritagli posson servire, al più, per farci qualche toppa, una linguetta per calzoni o cosuccie simili: dagli Avanzi di un vestito, può una donna farci un cappellino, una mantellina o un grembulino. G. F.] [immagine] |
Tagliare, Amputare, Incidere, Recidere, Succidere, Intercidere, Mozzare, Smozzare, Smozzicare, Trinciare, Troncare, Stroncare, Schiantare; Tronco, Troncato; Troncamento, Taglio, Ritaglio, Scampolo - Tagliare è generico; si taglia il pane, il grano, il fieno, lo spago, la carta ecc., ognuno de' quali importa una maniera diversa di tagliare; e non conto il tagliare i panni addosso al prossimo, che è taglio doloroso talvolta e irreparabile. Amputare è portar via il pezzo tagliando; propriamente è tagliar braccia, gambe, ecc.; è termine speciale della chirurgia. Troncare è tagliare cosa nella sua lunghezza a bocconi più o meno lunghi: troncare è un recidere di netto, cessare affatto seguito o continuazione di cosa, anco traslatamente: troncare il discorso è arrestarsi o arrestare uno in sul più bello; troncare un affare, una trattativa, una pratica avviata, o nel mentre che stava per avviarsi. Stroncare è troncare con più impeto e forza; è quel troncare rompendo e non tagliando: così si stronca un ramo, un ferro, un braccio o altra cosa per la sua lunghezza assennandovi sopra un colpo di tutta forza, o prendendola pei due capi colle mani e appuntandovi in mezzo un ginocchio e tirandola di forza a sè. Recidere è tagliare con le forbici o in modo consimile. Incidere è fare taglio o ferita per cui resti il segno; da ciò le incisioni, i tratti delle quali sono tagli più o meno profondi sulla superficie piana su cui s'incide: intercidere è incidere addentro o fra due cose o fra due parti di una cosa sola. Succidere dicesi delle viti quando si tagliano a fior di terra perchè mettano ceppo più grosso; «i contadini, così Capponi nel Tommaseo, per ispedirsi dicono uccidere e uccisa la vite». Succidere parmi significare eziandio quell'operazione che si fa ogni tre anni o più ai salici, ai gelsi tagliando loro ogni ramo al disopra del tronco, per la qual cosa riesce alla loro sommità come grossa testa e calva: perciò sul Vogherese sentii dire quest'operazione zuccare e scalvare; poco versato di agronomia, non so però se il succidere possa dir bene questa cosa; ne lascio la decisione agl'intelligenti. Mozzare è tagliare nel senso dell'altezza; tagliare il capo ad uno o mozzare uno del capo è la stessa cosa; smozzare è meno; non è che contundere alquanto o fiaccare la punta; smozzato o smuzzato è il coltello che non ha più la punta bene acuta e pungente; smozzicare è tagliare a bocconi, a minuzzoli: chi parla a stento perchè scilinguato o altro, smozzica le parole, non le dice che a metà e come sbocconcellate. Trinciare dicesi proprio delle pietanze che si fanno in pezzi congrui per servirne i commensali; a trinciare capponi, anitre, dindi ecc. vale qualche principio di scienza anatomica o una grande pratica che è meglio. Trincia, traslatamente, chi parla a dritto e rovescio: trinciano i saputelli, trinciano gli sfrontati contando su fandonie, dettando, sentenziando: trincia l'aria l'arzigogolone, l'appaltone che si dibattono a dar vita a vani e vuoti progetti. Si trincia poi al proprio un panno, un vestito che pel lungo uso si venga a consumare e vi si facciano male lesioni di continuità. Taglio di panno è quanto basta o quanto se ne compra per fare un vestito; lo scampolo è ordinariamente ciò che rimane al mercante della pezza quando ne ha venduti quanti tagli ne comportava; i ritagli sono quei pezzetti e minuzzoli che fa necessariamente il sarto nel tagliare le varie parti di un vestito: un taglio di carne o di pesce è quel pezzo che se ne compra pel bisogno dai particolari. A ritaglio si vende il cacio, il salame e simili. [immagine] |