La madre di Grazia Deledda (1920): Nascose il viso tra le mani e subito vide il suo Paulo e la donna in una stanza terrena della casa antica: una stanza vasta, che dava sull'orto, con la volta a cupola, il pavimento di cemento battuto seminato di pietruzze di mare; un gran camino si sprofondava in una parete, con due sedili ai lati e davanti un canapè antico; le pareti imbiancate con la calce erano ornate di armi, di teste di cervi con le corna, di quadri con le tele nere che cadevano a brandelli e dove appariva solo, qua e là, nuotante nell'ombra, qualche mano di colore terroso, qualche scorcio di viso, o una treccia di donna o qualche frutto.
I pescatori di trepang di Emilio Salgari (1896): — Non hanno né l'una, né gli altri, Cornelio, disse il capitano; anzi, sono perfino sprovvisti di organi per l'odorato e per l'udito. Il loro corpo è un vero sacco fornito di muscoli robustissimi, duri, resistenti, che pare non abbia che una sola occupazione: quella di divorare sempre. Vivono in grandi famiglie in fondo alle baie, dove l'acqua è tranquilla e trasparente, strisciando a mo' dei vermi, aiutandosi colle sporgenze che crescono sui loro corpi e si nutrono di alghe marine, di fuchi, e ingoiano perfino della sabbia, delle pietruzze e dei pezzetti di corallo.
La vecchia casa di Neera (1900): Questo esercizio le diede un benessere fisico così soave da indurla a ripeterlo più volte, eccitata dallo stesso piacevole rumore che l'acqua produceva rimbalzando dalle sue spalle al lavabo, e da questo in minutissime perle sul pavimento di pietruzze alla veneziana che già luceva tutto come iridescente cristallo. |