Gli Uomini Rossi di Antonio Beltramelli (1904): Il colonello Viminèdi era tal pessimista da non trovare facile riscontro nella storia, e siccome sosteneva le sue iperboliche malinconie con sufficiente dialettica, non trovava oppositori che gli tenesser testa se non forse Pietro Ramelli, capitano in ritiro, il quale, allorquando gli falliva la parola, subentrava con gli urli, persuaso in tal guisa di aver doppia ragione. Erano intorno a questi due capostipiti, una trentina di uomini, tutti oltre la cinquantina; gente di coraggio, temeraria, fiera e prepotente.
L'Isola dell'Angelo Caduto di Carlo Lucarelli (1999): All'inizio sull'isola c'era soltanto la Colonia Penale costruita dai Borboni come carcere duro per rivoluzionari e rei di alto tradimento, ma poi, tra famiglie di guardie e parenti di detenuti era nato un piccolo villaggio, che a poco a poco si era trasformato in un paese di pastori e pescatori. Sperduta nel mare e isolata com'era, la fortezza dell'Angelo Caduto era diventata presto il luogo ideale dove mandare in domicilio coatto facinorosi, delinquenti, sovversivi e oppositori dello stato, qualunque stato fosse.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): «Per lo meno Tanucci cerca di ridurne il potere» proseguì Vincenzo. «È riuscito, in parte, a fargli pagar tasse, vuole cacciare i Gesuiti. Bisognerebbe appoggiarlo. Questi oppositori, invece, sono fanatici, astratti: tutto o niente, repubblica o morte, eguaglianza e libertà immediatamente. Chiacchiere prive di costrutto, Napoli continua a non servire a nulla. In fondo nessuno sa a cosa debba servire. Forse solo ai ricchi per farci spese, ai nobili per scialacquarvi le rendite, giocando a reversino, correndo dietro le ballerine del San Carlo. Nonostante tutto, non so perché, resta meravigliosa: affascinante, allegra.» |