Marianna Sirca di Grazia Deledda (1915): — Sua madre aveva una lite; doveva vincerla e la perdette; e non contenti di questo, gli avversari ogni notte andavano sotto le sue finestre a cantare canzoni oscene e la offendevano nel suo onore. Era vedova, non aveva nessuno che la difendesse, tranne Costantino, che era ancora un ragazzo, allora, e religioso, attaccato alla madre come una figlia femmina. E una notte si alzò e sparò un colpo di archibugio contro gli offensori di sua madre: uno di essi cadde morto. Il mio compagno voleva presentarsi alla giustizia; la madre lo consigliò a fuggire, a tenersi la sua libertà. Ed egli fuggì. Fece bene, perdio!
I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): “Come!” riprese, con voce non meno severa, il cappuccino. “Ardiresti tu di pretendere ch'io rubassi il tempo a questi afflitti, i quali aspettano ch'io parli loro del perdono di Dio, per ascoltar le tue voci di rabbia, i tuoi proponimenti di vendetta? T'ho ascoltato quando chiedevi consolazione e aiuto; ho lasciata la carità per la carità; ma ora tu hai la tua vendetta in cuore: che vuoi da me? vattene. Ne ho visti morire qui degli offesi che perdonavano; degli offensori che gemevano di non potersi umiliare davanti all'offeso: ho pianto con gli uni e con gli altri; ma con te che ho da fare?”
Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro (1896): Franco non si persuase. Secondo lui era molto dubbio che in Maria vi fossero quei sentimenti eroici. Ella si era arrabbiata di vedersi portar via la sua compagna di gioco e niente altro. Ma poi, la parte della donna non era forse di opporre alle ingiustizie e alle prepotenze una dolcezza mansueta, di mitigare ed emendare gli offensori piuttosto che di respinger con la forza l'offesa? Luisa diventò rossa e rispose che ad alcune donne, forse alle migliori, questa parte conveniva ma che non poteva convenire a tutte perché tutte non potevano essere tanto miti e umili. «E tu sei di quelle altre?» esclamò Franco. |