I pescatori di trepang di Emilio Salgari (1896): Quelle vele sono costruite con nervature di foglie intrecciate con una specie di lanuggine che si raccoglie sugli alberi sagù e misurano sei metri in lunghezza e due in larghezza ordinariamente, ma sono usate anche quelle di forma triangolare. Se il vento manca, si tengono arrotolate ai piedi degli alberi, se soffia si issano fino alla metà o fino alla cima, a seconda della violenza delle raffiche.
Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Mi alzai tremando, anche perché ero stato a lungo sulle pietre gelide della cucina e il corpo mi si era intirizzito. Mi rivestii, quasi febbricitando. Scorsi allora in un canto l'involto che la ragazza aveva abbandonato nel fuggire. Mi chinai a esaminare l'oggetto: era una sorta di pacco fatto di tela arrotolata, che sembrava venire dalle cucine. Lo svolsi, e sul momento non capii cosa vi fosse dentro, sia a causa della poca luce che della forma informe del suo contenuto. Poi compresi: tra grumi di sangue e brandelli di carne più flaccida e biancastra, stava davanti ai miei occhi, morto ma ancora palpitante della vita gelatinosa delle viscere morte, solcato da nervature livide, un cuore, di grandi dimensioni.
I Figli dell'Aria di Emilio Salgari (1904): Il capitano, assicuratosi con un solo sguardo della robustezza delle pareti, le quali avevano uno spessore di mezzo metro, fece chiudere la porta barricandola con dei macigni che dovevano aver servito da sedili, poi salì nella stanza superiore per spiare meglio le mosse dei manciù. Come quella inferiore, non aveva per mobili che delle stuoie di nervature di bambù e una lanterna di carta oliata e scolorita dal lungo uso. In un angolo però si vedeva uno di quei letti usati dai contadini cinesi, fatti di mattoni con uno spazio vuoto al disotto onde collocarvi il fuoco durante le notti fredde e poche coperte di grosso feltro molto logoro. |