Profumo di Luigi Capuana (1892): Coi capelli in disordine, con la faccia sanguinolenta per le lacerazioni prodotte alla testa e alla fronte dalla corona di pungentissime spine conficcata nella pelle e scossa dall'agitarsi di tutta la persona ricurva, essi non sembravano più creature umane, civili, ma selvaggi sbucati improvvisamente da terre ignote, ebbri di sacro furore pei loro riti nefandi, come diceva in quel punto a Patrizio Ruggero indignato.
Un invito a tavola di Luigi Pirandello (1902): Rosario Borgianni era famoso pe' suoi giovanili furori di bestia feroce. Si raccontavano di lui le più temerarie avventure ai tempi nefandi del brigantaggio, naturalmente accresciute e abbellite dalla fantasia popolare. Si voleva finanche ch'egli avesse un giorno tenuto testa a una dozzina di briganti, fra i più sanguinarii, e che li avesse uccisi tutti. Esagerazione! Quattro soltanto: due, nella sua stessa campagna, e gli altri due lungo la via che da Comitini discende ad Aragona.
L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Giunti nell'antica e venerabile capitale longobarda i monaci cassinesi, che l'abate aveva concesso ai pellegrini affinché li scortassero per un tratto di strada, narrarono ai chierici riuniti attorno a loro come il santo vescovo Barbato, al tempo delle lotte tra i nefandissimi longobardi e i greci, avesse obbligato il duca longobardo di Benevento, Romualdo, ad abbandonare i perversi aviti costumi pagani prima facendo abbattere un albero millenario attorno al quale quei barbari si davano a nefandi sacrifici, quindi ordinando che fosse fuso un serpente d'oro cui essi rendevano onori idolatrici: col prezioso metallo recuperato dall'idolo, il presule aveva fatto foggiare un calice e una patena per il sacramento dell'altare. |