Cenere di Grazia Deledda (1929): Il mare vero, le lontananze infinite dell'acqua azzurra sotto le infinite lontananze del ciclo azzurro? Tutto quell'azzurro, veduto e desiderato, lo rasserenò: si pentì d'aver contristato zia Tatàna, ma che poteva farci? Sì, egli sentiva d'essere ingrato, ma i nervi son nervi e non si può loro comandare. Però egli non vuole essere completamente ingrato, no! Lascia la valigia, i libri, le scatole, si precipita in cucina, dove la buona donna scopa con aria tra melanconica e filosofica, forse pensando alle parole funebri dell'«agnellino senza lana», le va sopra, stringe lei e la scopa in uno stesso abbraccio, e le trascina in un giro vorticoso di ballo.
L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Per esempio, sino ad allora aveva guardato l'Isola di primo mattino, e per tempi brevissimi, oppure di sera, quando si perdeva il senso dei confini e delle lontananze. Solo ora scopriva che il flusso e il riflusso, ovvero il gioco alterno delle maree, per una parte del giorno portava le acque a lambire la striscia di sabbia che le separavano dalla foresta, e per l'altra le faceva ritrarre mettendo allo scoperto una zona scogliosa che, spiegava padre Caspar, era l'ultima propaggine del barbacane corallino.
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): A lui la cabina serve solo per lasciare gli hongkong sul pavimento e buttare la maglietta su una sedia. ma ama questo spazio ambiguo immerso nella penombra, i rumori della spiaggia che vi arrivano attutiti, come da lontananze smisurate, abbacinanti. Qui è forte il profumo di creme in vasetti e tubetti, abbronzanti e doposole ammucchiati sulla mensola: di questo casotto si servono due famiglie, genitori, sorelle, zii, cugini e cugine. Un caos. |