Capriccio, Bizzarria, Ghiribizzo - Il Capriccio nasce, più che altro, dalla natura e dalla consuetudine dell'uomo; ed è quando a un tratto ci piglia vaghezza di far qualche cosa che esca fuori del consueto, o per puro diletto, o per ischerzo. - La Bizzarria ha per avventura la stessa origine; ma ha più dello strano, e sempre ha poi dello scherzevole e del fantastico. - Il Ghiribizzo è quasi istantaneo; è mosso anch'egli da fantasia pronta e vivace, e, più che nei fatti, è nelle parole, come sarebbe un concetto poetico che abbia del singolare e dello scherzevole, o simili. [immagine] |
Fantasia, Capriccio, Bizzarria, Bizza, Ghiribizzo, Grillo, Estro, Fantasticheria, Stranezza - La fantasia è figlia della immaginazione; il capriccio, della volontà; la bizzarria, del carattere; figli tutti un po' strani, v'ha chi dice, un poco pazzi. La fantasia accozza le idee più strane e ne forma mostri i più curiosi; quelli delle antiche mitologie per es.; e inspira l'Orlando all'Ariosto, il Fausto a Gœthe, i racconti a Hoffmann. Il capriccio è voglia passeggera per lo più, tenace qualchevolta, cioè quando non vede pronta la facilità di venir soddisfatto; con ciò che costa un capriccio d'una signorina vi sarebbe da mantenere per un anno intere famiglie. La bizzarria è o si manifesta più chiaramente negli atti, nell'operare: l'uomo bizzarro è vivo, pronto all'ira ed a qualunque altro sentimento nel quale entri fuoco, violenza: il capriccioso è vario e, per dirlo con parola moderna, versatile; il fantastico è strano, irrequieto, burbero: dobbiam notare però che fantastico viene non da fantasia ma da fantasticheria, che non è una facoltà creatrice un po' vaga, un po' bizzarra come l'altra, ma sibbene una mala disposizione o abitudine di almanaccare sempre, di volere o non volere, di volere il sì e il no quasi nello stesso tempo. Il ghiribizzo ha del fantastico e del bizzarro; è idea, o fatto, o opera; come idea e come opera d'arte è inspirato dalla fantasia sì, ma non intiero, non finito; è un'idea non completa; un lampo, uno sprazzo di luce, uno schizzo: come fatto, ha del bizzarro, ma anche qui moderato, interrotto; lo direi, per meglio spiegarmi, un mezzo capriccio. Bizze chiama ogni madre gli sdegni e i pianti capricciosi del suo bambino: così Capponi, e io soggiungo: bizza non è, come si vede dalla parola stessa, che il principio di bizzarria, è dunque una mezza bizzarria, o bizzarria anche intiera di chi, per la poca sua forza o autorità, può darle poco peso, e non può renderla grave nelle sue conseguenze. Grillo è idea bizzarra o strana che salta in capo: molti, e più fra le donne giovani, fra le ragazze che non hanno esperienza e non sanno a che una parola, un atto avventato possono riuscire, hanno la testa piena di grilli, che è poco più che averla vuota o piena di vento: vengono o nascono i grilli in capo a persone vivaci per gioventù, allegre per carattere un po' spensierato, per mancanza di riflessione. L'estro è fratello, altri dirà padre, della fantasia; senza di esso i voli di questa non saranno nè così arditi, nè talvolta così sregolati come quando esso vi soffia: fantasia ed estro sono per altro anche atti: mi viene la fantasia di fare; mi vien l'estro di prendere, di andare: la fantasia pare in questo caso una voglia un poco più viva, più insistente nel volersi soddisfare; l'estro sembra più leggiero e men corrivo nello spingere all'opera. La stranezza è l'opposto della regolarità, della sodezza; è dunque l'ingrediente che entra di forza o naturalmente nella composizione di tutte le altre idee affini che qui sopra abbiamo notato; e per provarlo, prendiamo l'aggettivo strano, e vedremo che calza a capello a tutti quei sostantivi. Nella parola stranezza mi sembra però essere implicitamente quest'idea negativa: in chi vediamo a colpo d'occhio una stranezza, se c'è? - in chi non è uso farne - e diciamo subito: ma questo atto, quella parola in bocca del tale la è proprio una stranezza! in bocca, o fatta da un bizzarro, da un fantastico, ci pare per contro naturalissima. [immagine] |
Ghiribizzo - S. m. Capriccio, Pensier fantastico e strano. (Fanf.) T. Aff. a Girare (come Gherone aff a Girone) e a Bizza, onde Bizzarro. E dicesi: La testa gli gira, Come la gli gira. = Salv. Granch. 4. 1. (C) Dirò a Duti, che e' m'è Sopra questo proposito caduto Uno strano arzigogolo e un nuovo Ghiribizzo nell'animo. Capr. Bott. 2. 36. Credo che sien ghiribizzi da far impazzare altrui. E altrove: Perch'io non vorrei, ch'entrando in questi ghiribizzi egli avvenisse… Circ. Gell. 3. 62. Sempre sarebbe piena (la fantasia) d'umori e di ghiribizzi. Bern. Orl. 3. 3. 40. A Mandricardo il ghiribizzo tocca D'udir se la campana avea buon suono. T. Franz. Matt. Rim. burl. 2. 55. E va fuggendo ogni altra compagnia; Che i ghiribizzi, i concetti e i capricci L'accompagnan pur troppo o vada o stia. = Buon. Fier. 2. 2. 10. (Mt.) E simili altri ghiribizzi strani. E Salvin. Annot. ivi: Ghiribizzo voce composta da giro giramento, e bizza furore; onde bizzarro, prima per iracondo, e poi per istravagante… ghiribizzi, giri, cioè pazzie, capricci, fantasie stravaganti.
T. Pieno di ghiribizzi. – Saltare il ghiribizzo di volere, di fare, di vedere.
2. (Tom.) Ghiribizzo, Un concetto poetico che abbia del singolare. L'epigramma può essere un ghiribizzo. |