La Storia di Elsa Morante (1974): Qui la realtà, purtroppo, era diversa: dunque, o il fiuto di Bella stavolta la ingannava (come può capitare a ogni detective, per quanto esimio) oppure essa bluffava, o addirittura mentiva sballatamente, avendo indovinato i sospetti di Useppe. Anche stavolta, il caso non è impossibile: gli animali, come tutti i paria, sono talora ispirati da un genio quasi divino… A ogni modo, quella sua sentenza bastò a rassicurare Useppe, che sùbito rise consolato.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): Cercò di non guardare quei quaranta chilometri di autostrada verso Stoccarda e Sindelfingen, case catafratte, qualche smilzo pagliaio color cenere sul gobbo d'un campo, fabbriche che puntavano denti aguzzi contro la ruggine del cielo. Tentò di risolvere il problema dell'autista colpito alla nuca. Come liberarsene? Dando fuoco al tassì? Troppo banale. Trascinando il corpo in un fossato dopo aver distrutto etichette di abiti e documenti? Un buon detective non l'avrebbe bevuta.
Le piccole libertà di Lorenza Gentile (2021): Entro nel caffè all'angolo e prendo posto al solito tavolino, ordino un café au lait, apro Il gabbiano. Mi immergo nella lettura dimenticando di tenere sotto controllo la strada. Pessima detective. |