Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Eravamo a tavola, mangiavamo pane sospetto, nero, e un salame che gridava vendetta, sai come sono questi salami teutonici» si accalorò Arp: «Dico incautamente: Hegel di Stoccarda, e subito un imberbe collega scribacchino, una jena sempre a caccia di notizie scandalistiche per il suo giornalucolo farfuglia: sarà mica un'ala destra del Bayern Monaco o del Borussia Moenchengladbach? Gli ho dovuto rispondere: ma va' sereno e impudico, fratello, era soltanto il capitano del defunto “Philosophical and Balôn Club s.p.a.”, famoso per i tanti derby finiti tutti zero a zero con la “Marx & Engels Society s.r.l.”.»
Il cappello del prete di Emilio De Marchi (1888): L'occasione favorì anche questa volta i progetti del nobile sportman. Il figurino della moda venuto d'Inghilterra portava quest'anno come il non plus ultra dell'eleganza in materie di corse e di sport, una giubba rossa, stretta alla vita, stivali alla scudiera, calzoni chiari, e barba tagliata alla «derby», con due brevi basette o spazzolette sulle guancie, rasato e pulito il resto della faccia.
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): ― Dalla scuderia ― rispose Andrea, sostenendo lo sguardo, senza arrossire, come s'egli non avesse più sangue. ― Un cavallo, che m'era assai caro, s'è rovinato un ginocchio per colpa del jockey. Domenica non potrà quindi prender parte al Derby. La cosa mi fa pena ed ira. Perdonami. Ho indugiato senza accorgermene. Ma alle cinque manca qualche minuto... |