La vecchia casa di Neera (1900): Dell'eroico poema l'anonimo illustratore di quelle pareti, nell'origine forse destinate ad una sposa, aveva tratto solamente i motivi gentili, per cui gli amori del pastore e della bella non venivano mai interrotti da guerresche e paurose apparizioni, ma era tutto all'ingiro una dolcezza di vita felice, un rameggiare di arboscelli, una luminosità di cielo pallidamente rosato che lasciava nella camera con parchi, rarissimi mobili arredata, l'incerto fluttuare di una visione.
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (1883): Appena che Pinocchio fu entrato nel letto, si addormentò a colpo e principiò a sognare. E sognando gli pareva di essere in mezzo a un campo, e questo campo era pieno di arboscelli carichi di grappoli, e questi grappoli erano carichi di zecchini d'oro che, dondolandosi mossi dal vento, facevano zin, zin, zin, quasi volessero dire: «Chi ci vuole, venga a prenderci.» Ma quando Pinocchio fu sul più bello, quando cioè, allungò la mano per prendere a manciate tutte quelle belle monete e mettersele in tasca, si trovò svegliato all'improvviso da tre violentissimi colpi dati nella porta di camera.
Il Santo di Antonio Fogazzaro (1905): Invece di avviarsi alla sua cella si recò nel secondo chiostro a guardare il dorso del Colle Lungo, dove forse Benedetto stava in orazione. Alcune stelle brillavano sul roccioso dorso grigio macchiato di nero e il loro lume oscuro mostrava nel chiostro il piazzale, gli arboscelli sparsi, la torre possente dell'Abate Umberto, le arcate, le mura vecchie di nove secoli e, sulla ogiva del portale grande dove don Clemente stava contemplando, la doppia riga dei fraticelli di sasso che vi salgono in processione. |