Descrizione |
È riferito a chi sopraggiunge per ultimo e reclama, esige i medesimi meriti, compensi, benefici di chi era arrivato prima.
L'origine del modo di dire deriva da una parabola del Vangelo secondo Matteo, nella quale si parla di un uomo che recluta, personalmente e più volte durante la stessa giornata, operai per lavorare nella sua vigna. Terminata la giornata, l'uomo paga in modo eguale sia coloro che hanno lavorato per poche ore, quindi giunti per ultimi, sia quelli che hanno lavorato per l'intera giornata, quindi giunti per primi, inoltre, questi vengono anche pagati per ultimi. Chiaramente, gli operai interessati, lamentano la cosa come un'ingiustizia ma l'uomo fa notare che la paga è di quanto inizialmente pattuito e che quindi non aveva fatto nessun torto. Il messaggio della parabola punta al senso di umiltà richiesto per entrare nel regno di Dio. Gli ultimi arrivano a una preziosissima consapevolezza, quella di non meritare quanto coloro che li hanno preceduti, i primi, invece, hanno la "presunzione" di pensare di "dover meritare" di più rispetto agli altri. Questa posizione è contraria allo spirito di umiltà, ecco perché la storia termina con la seguente famosa affermazione "Così gli ultimi saranno i primi, e i primi ultimi". |
Altri modi di dire |
Spirito di patata Prendere quel che passa il convento Andare in Emmaus Essere un ciclone Seguire l'onda Restare di sale Porgere l'altra guancia |
Navigazione |
Dizionario: parabola, operaio, ultima |
Vedi anche: Aggettivo ultimo, Coniugazione di essere (sono, sei, è, ero, eri, fui), Esempi con operaio |
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