Dizionari AntichiLettera M - pag. 3
mactusper
magis auctus, vale a dire
che ha acquistato il più alto grado di perfezione. Quando i Romani facevano un Sacrifizio, se era un Toro, che dovesse esserne vittima, avanti d'ucciderlo e di scannarlo, il Sacerdote gli spargeva del vino sulla testa tra le due corna, e vi gettava del fior di farina di puro e schietto frumento con mistura di sale. Questa cerimonia era riguardata come una specie di benedizione, che consacrava la vittima, e le dava il grado di perfezion necessario per essere favorevolmente accolta dalla Divinità, cui si doveva immolare. Si diceva allora
mactus est taurus, cioè il Toro ha tutti i gradi di perfezione, o semplicemente:
il Toro è pronto e perfetto.
maestrodella Cavalleria,
Magister equitum (V.
Dittatore).
maggioUno dei Mesi dell'Anno, così chiamato da Maia madre di Mercurio.
malvali(Le Feste). Erano celebrate dalle Matrone Romane in onor di Matuta.
mancipazioneSpecie di alienazione propria alle cose
mancipi, a differenza sia della
cessione in diritto, in virtù della quale si poteva alienare tanto le cose
mancipi quanto le cose
nec mancipi, sia dalla
tradizione, che riguardava propriamente le cose
nec mancipi. Colla
Mancipazione, che era un Atto volontario, senz'alcuna formalità di Sentenza, il proprietario trasferiva ad un altro la proprietà d'una cosa osservando certe formalità, da cui resultava il titolo d'Atto legittimo. La solennità di quest'atto consisteva 1° nella presenza di cinque testimonj, dell'
Antestatus, e del
Libripens. 2° Il Compratore, vale a dire quello che riceveva la cosa a titolo di
mancipazione, dava al Venditore una quantità di moneta, impiegando una formula a quest'uopo prescritta. Le cose, di cui si poteva trasferire la proprietà coll'Atto di Mancipazione, si chiamavano
res mancipi. Tali erano i fondi di terra, tanto in Città quanto in Campagna, situati in Italia, le servitù dei fondi rustici, i quadrupedi domati o addomesticati dall'uomo per ritrarne un servizio, le perle, i monumenti, i sepolcri, ec. Si chiamava poi
tradizione l'alienazione, che facevasi delle cose, la cui natura non è incompatibile con vero possesso e costante, e che perciò si diceva
res nec mancipi. Tali erano i fondi di terra, il godimento dei quali era accordato agli abitanti in comune delle conquistate Provincie, gli animali bradi e feroci, ec. E siccome ne' primi tempi della Romana Repubblica il rame era il segno rappresentativo del valor delle cose, si ebbe bisogno della bilancia in tutte le vendite a fin di pesare il metallo predetto, e per conseguenza anco nella
mancipazione, ch'era una vendita simulata, poichè il vero prezzo della cosa non interveniva in quest'Atto. Dopo che fu introdotta la moneta un pezzo di argento, detto sesterzio, tenne luogo del prezzo, ed invece di quelle parole
hoc aere aeneaque libra, che conteneva altre volte la formula, vi s'impiegò di sovente la parola
sestertius, ma si ritenne sempre però la bilancia in memoria dell'uso antico; e
Libripens era il nome di colui, che portavala. In quanto all'
Antestatus si crede che fosse una persona, la quale per una solennità della
mancipazione, comune all'alienazione di tutte le cose dette
res mancipi, ed alle emancipazioni de' figli di famiglia, si dava cura di convocare i testimonj; ed in questo caso tal Vocabolo viene a impiegarsi in un attivo significato. Non bisogna confonderlo coll'
Antestatus, che aggiornando a comparir l'avversario, che ricusava seguirlo, prendeva per testimonj quelli; che eran presenti, portandoli la mano all'orecchia, ed esclamando:
Licet antestari (
Giornale de' Dotti 1766.)
mantellettiMacchine da guerra destinate a coprire i Soldati, delle quali facevasi uso negli Assedj. Questi
Mantelletti erano fatti di legno leggiero, alti otto o nove piedi, lunghi sedici in circa, e coperti a pino doppio, uno di tavole, l'altro di graticci: le parti laterali erano fatte di vimini, e si coprivano esteriormente di cuoja bagnate nell'acqua per impedire l'azione del fuoco. Si può comprendere in generale sotto nome di
Mantelletti tutto quello che gli Antichi chiamavano
plutei,
vineae,
crates, ec.
mastigoforiErano coloro, che accompagnavano gli
Agonoteti (V. questa voce), e che con le verghe reprimevano l'insolenza tanto dei combattenti quanto dei spettatori.
medinnoMisura Greca per gli Aridi. Secondo il Sig. Goguet il Medinno Attico aveva la capacità d'un piede e 934. pollici cubi.
meditrinaliFeste Romane in onore di Meditrina; Dea, alla qual si facevano libazioni di Vino.
megaeteriarcaNome d'una Dignità alla Corte degl'Imperatori di Costantinopoli. Era quella Dignità l'Uffiziale, che comandava in Capo le Truppe Straniere, le quali formavano la Guardia Imperiale, che propriamente si nominava, dice M. Feury,
Megaeteriaca, o
Megaeteriaco.
megalesieErano Feste, che venivano celebrate dai Romani nel Mese di Aprile per la Dea Cibele.
memacterionUno de' Mesi dell'Anno Ateniese, in cui cadevano le Feste dette
Memacterie, che facevansi a onore di Giove
Memactes. In tal congiuntura avean luogo alcuni Sacrifizj per la salubrità dell'Aria e per deviar le Tempeste.
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